Red
5 luglio 2010
«Piano antisprechi deve cominciare dalla politica»
Cgil Cisl e Uil dunque sono disponibili a contribuire a indirizzare bene e concretamente i tagli agli sprechi e la razionalizzazione del sistema pubblico isolano

CAGLIARI - Il sindacato sardo, rispetto alla manovra correttiva che la Giunta Regionale si appresta a varare, vuole dare il suo contributo e chiede che sia avviato il confronto con le parti sociali. «E’ indispensabile evitare il rischio che la politica si avviti dietro le facili prede o scelte a effetto e che si perdano prede più grosse, sia in termini di robusti risultati antisprechi che di efficientamento del sistema». Questo rischio va evitato, tornando allo spirito e agli obiettivi dell'accordo del 4 giugno scorso. Infatti nell`accordo Giunta sindacati uno dei punti qualificanti è la riforma e riorganizzazione della Regione e l'attuazione del federalismo interno. Temi che vanno inseriti nell'analisi e nelle scelte strutturali.
«Se vanno effettuati tagli alla spesa, mantenendo invariati gli investimenti nei settori strategici, nella scuola e nel sociale e verso le povertà, il piano antisprechi deve avere un respiro più ampio e condiviso, partendo proprio dai costi della politica. L’attenzione più marcata e primaria deve essere rivolta all’ente regione, alle Asl e ad altri ambiti istituzionali dove l’entità delle risorse da recuperare è notevole e dove gli sprechi sono più evidenti».
Gli esempi sono diversi e molto concreti sostiene il sindacato sardo: riduzione consulenze e spese di rappresentanza; riduzione indennità della politica e dei manager; riduzione spese auto di rappresentanza; razionalizzazione ac-quisti e farmaceutica nelle Asl. Cgil Cisl e Uil dunque sono disponibili a contribuire a indirizzare bene e concretamente i tagli agli sprechi e la razionalizzazione del sistema pubblico isolano, valutando importante il coinvolgimento di Anci e Ups.
E’ necessario inoltre rivolgere l’attenzione non solo ai costi, alla spesa, ma anche alle entrate, dove la Regione registra problemi di grande rilevanza riguardanti sia la gestione del patto di stabilità sia le risorse finanziarie non trasferite dallo Stato (Fondi Fas). D’altronde - sottolineano - l’enorme quantità di residui passivi non può essere affrontata solo sul versante dell’ingegneria finanziaria, ma con una maggiore efficienza ed efficacia degli assessorati.
Nei prossimi giorni verrà dai sindacati presentato un dossier dettagliato di soluzioni e misure per indicare in termini costruttivi e chiari misure e interventi in grado di durare oltre il tempo della consueta dialettica politica, che alla fine lascia tutto inalterato. «Il rischio che si corre, infatti, con interventi non sufficientemente strutturati e senza l’analisi seria delle voci di costo da eliminare, è che diventi sempre più facile tagliare i redditi delle famiglie e i diritti dei lavoratori riducendo in primo luogo i diritti di cittadinanza».
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