A.B.
27 novembre 2010
Convisar: Vino e Sardegna
Le aziende vitivinicole sarde fanno rete per migliorare la qualità della filiera vitivinicola dellìIsola ed essere competitive sul mercato

CAGLIARI - Le aziende sarde del vino si uniscono in consorzio per migliorare la qualità della filiera vitivinicola dell’Isola. E’ questa la prima volta che ben sei cantine, rappresentative di diverse zone geografiche della Sardegna, condividono la necessità di fare rete e unire energie, fondi e competenze, con l’obiettivo comune di valorizzare le produzioni viticole ed enologiche tradizionali dell’isola e migliorarne la competitività sul mercato. Di questo si è parlato nella giornata di studio, dal titolo “La specificità come risposta al mercato globale”, nelle sale del “T Hotel” di Cagliari. All'incontro era presente anche l’assessore regionale La Spisa: «L’innovazione e la ricerca sono gli elementi determinanti per la crescita dell' economia sarda. Sia noi che la precedente legislatura abbiamo investito sul progetto “Convisar”, perchè rappresenta una sintesi di questi di questi elementi».
Il “Progetto Vino e Sardegna Convisar”, per un salto di qualità della filiera vitivinicola della Sardegna e realizzato con il contributo della Regione, mette insieme realtà produttive molto differenti tra loro per storia, volume d’affari e struttura aziendale: la “Argiolas” di Serdiana, la Cantina “Li Duni” di Badesi, la “Cantina delle Vigne di Piero Mancini” di Olbia, la “Cantina Sociale del Mandrolisai” di Sorgono, la “Cantina Sociale Gallura” di Tempio e la “Cantina Sociale Trexenta” di Senorbì. Il progetto scaturisce dall’accordo di programma quadro “ricerca scientifica e tecnologia” stipulato tra: Regione Sardegna, Ministero dell’Economia e delle Finanze e Ministero dell’Istruzione e Ricerca Scientifica, volto a rafforzare la capacità di innovazione del sistema produttivo e territoriale delle Regioni.
Con circa 26mila ettari coltivati, pari al 3,3percento del vigneto nazionale e con 895mila ettolitri, corrispondenti all’1,73percento del vino prodotto in Italia, la Sardegna non può competere per quantità con le altre regioni vitivinicole, e soprattutto con quelle del nuovo mondo che oggi coltivano il 51,3percento delle superficie vitate presenti nel pianeta. A fronte di basse rese per ettaro, è in crescita il numero dei prodotti di qualità e con diciannove Doc ed una Docg, il comparto vitivinicolo regionale rappresenta il 60percento della “Plv” dell’industria di trasformazione della Sardegna e incide per il 4percento sulla Plv regionale. La Sardegna evidenzia molti tratti comuni con le regioni circostanti, ma anche numerose specificità geografiche, geologiche, climatiche, vegetazionali, storiche, culturali che si sono interconnesse e si riflettono nella attuale vitivinicoltura. Questa ricchezza e complessità è’ un grande punto di forza che consente in un piccolo territorio produzioni vitivinicole peculiari, spesso di nicchia, ma anche coltivazioni estensive. L’essere Isola nel centro del mediterraneo, ha consentito nel tempo scambi continui, ma anche un lungo isolamento e una condizione di fragilità. Ciò ha determinato una grande possibilità di conservazione delle culture e delle risorse tradizionali, ma anche una maggiore difficoltà per molti suoi prodotti ad essere conosciuti all’esterno.
«Il progetto del Convisar, parte dalla convinzione che una strategia vincente per la Sardegna è anche quella che passa attraverso la valorizzazione della propria identità viticola - sottolinea Gianni Nieddu, responsabile scientifico del progetto - l’obiettivo di proteggere dall’erosione genetica, caratterizzare e promuovere le varietà locali, migliorare la qualità dei vini ottenibili dai vitigni autoctoni e conservare le varietà insieme ai sistemi viticoli tradizionali. Il percorso passa attraverso la ricerca ed il trasferimento delle innovazioni nella scelta varietale, nelle tecniche di coltivazione e nelle innovazioni tecnologiche e di processo. Sicuramente una strategia vincente per la Sardegna è anche quella che passa attraverso realizzazione di sinergie, l’unione delle proprie intelligenze e risorse umane». Le ricerche sono state condotte sui principali vitigni maggiori e minori dell’Isola, nelle regioni viticole di pertinenza della aziende afferenti al Progetto (Gallura, Mandrolisai, Trexenta, Parteolla e Sulcis), su ottantadue ettari di vigneti aziendali, effettuando numerose sperimentazioni che hanno portato alla comparazione di cento diversi nuovi vini ottenuti con processi di macro e micro vinificazione. E’ stato anche realizzato, anche in collaborazione con l’“Agenzia Agris”, un laboratorio di analisidisponibile nel territorio (Serdiana, Villasor, Olbia e Senorbì).
Un preliminare obiettivo ha riguardato l’acquisizione di dati bibliografici storici e statistici sulla viticoltura in Sardegna, sullo stato di conservazione dei vitigni minori e sulla caratterizzazione pedoclimatica delle aree vitate. Sono state raccolte, catalogate ed archiviate in formato digitale trecentoquaranta ricerchecondotte in Sardegna, tematiche della viticoltura ed enologia che saranno rese fruibili, insieme ad un dossier sulle risorse genetiche della vite, nel sito web del Convisar. Le ricerche condotte in questo biennio hanno consentito l’individuazione, recupero, conservazione di vecchie varietà di vite ancora presenti nei vigneti della Sardegna, la conoscenza di tale patrimonio tramite analisi ampelografiche e genetiche ed il risequenziamento del genoma delle varietà “Bovale”, “Carignano” e “Vermentino”. E’stata registrata la presenza nell’Isola di molta biodiversità viticola non esplorata, sono state acquisite nuove informazioni che consentiranno l’iscrizione al Registro Nazionale di diverse varietà minori e sono state identificate sinonomie ed omonimie importanti (acclarata la diversità tra Cannonau nei confronti del gruppo Grenache–Garnacha-Tocai rosso). Un altro obiettivo di ricerca del progetto riguardatola selezione genetica e sanitaria delle principali varietà. state condotte osservazioni su oltre 16mila ceppi di undici varietà in dieci territori della Sardegna, selezionati 5mila biotipi, individuati tra questi cinquecento distinti biotipi con caratteristiche sanitarie ed agronomiche superiori alla media della popolazione e infine conservati queste selezioni nei campi sperimentali.
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