S.A.
9 dicembre 2010
«Porto, salviamo San Giovanni»
Lo sviluppo del Porto senza creare una nuova darsena nella spiaggia di San Giovanni. Uno dei punti emersi nella conferenza organizzata dal Centro Studi Toniolo

ALGHERO - Ripensare Alghero come Città d’acqua dove il porto deve diventare non più soltanto il ricovero ed approdo fugace, ma interfaccia tra territorio con il suo waterfront ed il mare. Questo quanto è emerso, in sintesi, dal dibattito su: “Il Nuovo Porto di Alghero – Come, Dove, Perchè”, organizzato dal Centro Studi “Giuseppe Toniolo” in collaborazione con la Fondazione Istituto Storico “Giuseppe Siotto”.
Gli interventi dell’Ing. Montalto, dell’Arch. Frulio e di Masu, pur se caratterizzati da esperienze e competenze professionali differenti, si sono rivelati convergenti nella opportunità di rilanciare la portualità algherese attraverso la individuazione di un fronte di espansione del
porto a sud dell’attuale molo di sopraflutto. Ciò in netta alternativa - hanno sottolineato i relatori - alla creazione di una nuova darsena nella spiaggia di San Giovanni che la Regione, «evidentemente sensibile ad incomprensibili sollecitazioni», sta cercando di portare avanti senza aver sufficientemente valutato il grave pregiudizio che verrebbe arrecato all’intero litorale sabbioso della costa a nord.
Se Alghero, infatti, può ancora vantare una attrattività internazionale ciò è fondamentalmente in virtù della qualità delle sue spiagge, specie quelle tra San Giovanni e Fertilia. Danneggiare questa importante risorsa significherebbe infliggere un colpo mortale al turismo balneare della Riviera del Corallo. L’espansione del porto a sud della Città - hanno precisato: «avrebbe invece il vantaggio di non pregiudicare la costa sabbiosa a settentrione; di disporre di maggiori fondali; di poter garantire l’ormeggio per le navi da crociera e yacths ad alto pescaggio; di non dover ricorrere a frequenti costi di dragaggio per il ripristino dei fondali; di proteggere le fortificazioni antiche dai morosi».
Il dibattito si è incentrato anche nella valutazione dei costi che richiederebbe la realizzazione di una tale infrastruttura e come farvi fronte. Secondo una stima di massima dei tecnici, sarebbero sufficienti circa 50 milioni di euro. Somme che non necessariamente dovranno essere
reperite dalla pubblica amministrazione poiché potrebbero essere a totale carico dei privati, considerato che la formula del “Project Finance” è infatti già praticata con successo in altre località portuali
italiane.
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