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Red
14 dicembre 2010
«Agris, proroga indecente subito direttore»
Lo ha dichiarato il capogruppo del Partito democratico in consiglio regionale, l´algherese Mario Bruno, dopo che la Giunta ha prorogato l’incarico del commissario straordinario di Agris Sardegna per altri sei mesi

ALGHERO - «È indecente che a un anno e mezzo dall’avviso pubblico per l’acquisizione delle manifestazioni di interesse a ricoprire l’incarico di direttore generale dell’Agenzia Agris, e dopo quattro mesi di commissariamento, la Giunta regionale preferisca mantenere una situazione di precarietà che impedisce all’Agenzia per la ricerca in agricoltura di svolgere appieno le sue funzioni». Lo scorso 6 dicembre la Giunta ha prorogato infatti l’incarico del commissario straordinario di Agris Sardegna per altri sei mesi.
Lo ha dichiarato il capogruppo del Partito democratico in consiglio regionale, l'algherese Mario Bruno. «L’esecutivo nel frattempo non ha ancora dato risposta a una nostra interrogazione nella quale ci siamo rivolti all’assessore dell’agricoltura Prato denunciando condizioni d’instabilità amministrativa e precarietà programmatica - sottolinea - dovute alle limitate competenze e funzioni del commissario straordinario, rispetto a quelle che la legge riserva al direttore generale, in particolare in riferimento alle specifiche attività scientifiche e sperimentali. Attendiamo una risposta dettagliata, soprattutto dopo la proroga del commissariamento».
«Giungono inoltre dalle organizzazioni sindacali circostanziate contestazioni delle scelte del commissario, in particolare sull’organizzazione del lavoro, sui trasferimenti di personale e sulla gestione del personale precario - ricorda Mario Bruno - con la proclamazione dello stato di agitazione dei lavoratori».
«In un momento tanto difficile per la pastorizia e l’agricoltura, è assolutamente necessario che l’Agenzia sia guidata da un Direttore generale competente e in grado di far esprimere Agris al massimo delle sue potenzialità. Continuare a mantenere l’Agenzia per la ricerca in agricoltura a regime ridotto - conclude l'esponente Pd - legata a logiche burocratiche e poco attente al suo ruolo di eccellenza nelle produzioni ovicaprine e agricole, è semplicemente vergognoso e intollerabile».
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