Nasce una nuova associazione cittadina. Il rilancio della lingua algherese ma sotto forma di nuove forme comunicative: l´obiettivo della neonata associazione di giovani lauerati. Successo per il cartometraggio sulla gassosa omonima che ha "spopolato" su Facebook anche grazie ad Alguer.it
ALGHERO - Il panorama delle Associazioni culturali cittadine si arricchisce di un nuovo soggetto, l'Associazione A.M.B.A., Associació Massa Bona Algueresa. Nata su iniziativa di un gruppo di giovani ed intraprendenti laureati algheresi, per contribuire a rafforzare, promuovere e rilanciare il ruolo strategico della lingua catalana di Alghero e, in alcuni casi specifici, quella sarda.
Le iniziative dell'Associazione - fanno sapere - si muovono in linea con i progetti comunali-regionali di conservazione e rilancio della centenaria tradizione linguistica dell'isola alloglotta, ma attraverso l'utilizzo di strumenti di comunicazione più moderni ed in linea con gli interessi giovanili quali il cortometraggio e il cinema. Al termine dell'assemblea costitutiva svoltasi nella giornata di martedì 7 dicembre, è stata nominata presidente Anna Franca Manca, 29 anni, insegnante di scuola primaria.
Il consiglio direttivo è composto da Sara Patta, 26 anni, Consigliere artistico, laurea in Saperi e Tecniche dello Spettacolo; Stefania Piras, coetanea, consigliere organizzativo, laureanda in “Scienze delle Professioni Educative”; Giulia Tavera, 25 anni, laurea in Architettura; Domenico Panfili, consigliere amministrativo, 29 anni, laurea in “Economia delle Pubbliche Amministrazioni e delle Istituzioni internazionali”, presso l’Università “Bocconi” di Milano; consulente amministrativo e marketing, opera da diverso tempo anche nel campo del teatro sociale.
Appena costituita, la neo-nata Associazione ha già ricevuto diverse richieste per la diffusione del primo cortometraggio totalmente autoprodotto, il corto "Massa Bona", nome di fantasia della ormai famosissima gassosa omonima, giunto alla 3° edizione se si comprende la versione natalizia ancora inedita. «In un periodo in cui il mercato del lavoro locale - dicono i promotori - offre ben pochi spazi per far emergere le professionalità, i cinque ragazzi mettono in gioco le loro capacità e competenze in un'esperienza del tutto nuova e stimolante, per provare a donare nuova linfa vitale ad una città troppo poco propositiva e nello stesso tempo stimolare all'azione tutti coloro che si sentono talentuosi ma poco valorizzati dal contesto sociale locale».