Sara Alivesi
28 gennaio 2011
Bambini ko nelle scuole Chiarolini: «nessun allarme»
Numerose le assenze negli istituti dell´infanzia in città dovute al virus influenzale. Il Primario di Pediatria, dott. Antonio Chiarolini, rassicura sulla normalità del fenomeno rispetto al periodo

ALGHERO - L'influenza non perdona ad Alghero, come in tutta la Sardegna e nel resto dell'Italia. La particolarità di un'isola, tuttavia, è il manifestarsi in ritardo, di circa una quindicina di giorni - dicono gli esperti -, rispetto alle altre regioni della Penisola.
Dunque, se normalmente il periodo di incidenza della patologia ricade da dicembre sino a marzo, in Sardegna il picco più alto è proprio a gennaio. Pe rendersene conto, è sufficiente fare un giro negli ambulatori medici o nelle scuole materne o primarie: nel primo caso gremiti di pazienti; nel secondo, al contrario, con un numero considerevole di assenze. I bambini, infatti, insieme agli anziani sono le fasce della popolazione più a rischio.
Il Quotidiano di Alghero ha verificato il numero di presenze nelle maggior parte degli istituti di infanzia della città, constatando una percentuale di "forfait" dovuti al virus, di tutto rispetto. I numeri più ottimistici sono di 5 o 6 bambini ammalati per classe (in totale 5) nella scuola di via Carrabuffas; quelli più negativi i 38 presenti di Mont'Agnese su un totale di circa 120 iscritti. E poi ancora una decina di influenzati a Fertilia (su 45 alunni), la metà circa nelle 3 classi della scuola di via Vitt. Emanuele, un po'meno a Sant'Anna anche se solo nel dopo pranzo di oggi (venerdì) sono usciti con anticipo 5 piccoli studenti che presentavano i primi sintomi di malessere.
«Nessun allarmismo, tutto rientra nella normalità del periodo» rassicura Antonio Chiarolini, Primario del reparto di Pediatria dell'Ospedale Civile di Alghero, contattato al telefono da Alguer.it. «Il numero dei malati - spiega il medico - è più o meno quello dell'anno scorso e rientra nei parametri di questo periodo. Ricoveriamo i bambini con necessità, poichè l'ospitalizzazione non è mai piacevole per i più piccoli, nonostante ogni paziente ha a disposizione una camera dove dorme anche la madre. I sintomi iniziano da un raffreddore che scende nelle prime viee aeree, a volte con qualche complicazione polmonare o con manifestazione nelle vie intestinali. Spesso è accompagnata da febbre, in generale a 38, più raramente la temperatura tocca i 40 gradi».
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