Voluntariat per les llengües-Parliamoci in tedesco è un progetto della Provincia Autonoma di Bolzano
BOLZANO - Forse la maggioranza degli algheresi non sa che questi sono tempi duri e difficili per il catalano. Una recente sentenza del Tribunale Costituzionale Spagnolo ha messo in discussione la politica linguistica catalana e in particolare l’uso del catalano come lingua veicolare nelle scuole. La questione è ampia e complicata, non facile da spiegarla qui in poche parole. Ad ogni modo, che il modello di insegnamento bilingue usato in Catalogna sia una eccellenza, non ve lo diranno solo i catalani. L’Assessorato alla Cultura Italiana (italiana!!) della Provincia Autonoma di Bolzano ha messo in moto già nel 2010, un progetto battezzato “Voluntariat per les llengües - PARLIAMOCI IN TEDESCO - ICH GEBE MEIN DEUTSCH WEITER”, ispirato (a partire dal nome) a una idea simile che dal 2003 in Catalonga ha un grande successo, tanto da essere stata inserita tra le Best Practices della Commissione Europea per l’insegnamento delle lingue.
La gran scommessa del progetto è di fare in modo che l’apprendimento della seconda lingua non sia solo una obbligazione ma anche un piacere. Il meccanismo di funzionamento è, come in tutte le buone idee, molto facile: un gruppo di volontari mette a disposizione della propria comunità dieci ore del proprio tempo libero per parlare in tedesco, con persone che intendono imparare o migliorare la loro capacità di espressione. I volontari e i beneficiari concordano tempi e luoghi per gli incontri. Ogni beneficiario o “apprendente” può così trascorrere un’ora del suo tempo alla settimana parlando tedesco, in un contesto informale e divertente.
Le iscrizioni si raccolgono via internet e il luogo per gli appuntamenti è scelto liberamente dalla stessa “coppia linguistica”. La cosa interessante è che al progetto hanno dato supporto anche le imprese; nel sito si raccomanda ai proprietari dei negozi, dei bar, dei ristoranti etc, di aiutare la gente che cerca di parlare in tedesco, parlando più lentamente, usando parole facili, adattando il proprio livello linguistico a quello dell’interlocutore e mai (però mai !!) passare all’italiano. Al momento il
progetto ha coinvolto più di 500 persone.