Sergio Ortu
17 marzo 2005
La cripta di S Jaume, un tesoro da salvare
Tante le dichiarazioni d’intenti delle amministrazioni preposte alla salvaguardia storico-culturale e dell’ente locale per il suo recupero, ma dal lontano 1995 quando per l’ennesima volta anche i ragazzi della scuola media di via Tarragona rivolsero un appello per salvare la cripta, poco o nulla si è mosso

ALGHERO - «Nella zona di Maria Pia, alle porte di Alghero, si trova una costruzione misteriosa che la credenza popolare chiama “Tomba del Cavaller”...si tratta di una cripta aragonese, certamente la più antica traccia architettonica della presenza catalana ad Alghero». Inizia così un lavoro realizzato nel ormai lontano 1995 dalla scuola media “Grazia Deledda” di via Tarragona nell’ambito del progetto storico Ambientale e realizzato dall’allora classe 2°D. Nel lavoro dei ragazzi guidati dalle insegnanti Ginetta Amadori, Adele Ibba e Giorgio Manghina si va alla scoperta di un reperto archeologico suggestivo e misterioso che solo i temerari algheresi anziani e non hanno visitato in un momento di gioventù o di passione personale verso questi luoghi di storia abbandonati. Si, perché l’antica cripta è del tutto abbandonata a se stessa, pericolante anche per chi si avventura in mezzo alle sterpaglie dalle quali è avvolta. Tante le dichiarazioni d’intenti delle amministrazioni preposte alla salvaguardia storico-culturale e dell’ente locale per il suo recupero, ma dal lontano 1995 quando per l’ennesima volta anche i ragazzi della scuola media di via Tarragona rivolsero un appello per salvare la cripta, poco o nulla si è mosso. Ma questa cripta di misterioso ha poco o nulla, nel senso che nei libri di storia e architettura si parla eccome di questa presenza a Maria Pia. Dalla breve indagine condotta dai ragazzi nelle medie nel 95’ risultò che nella zona dove è situata la cripta esisteva la chiesetta di “S. Jaume” edificata nel XV secolo e andata completamente distrutta. Molto probabilmente la cripta di Maria Pia apparteneva a quella chiesa. Un tesoro dunque da salvare e che solo per puro caso si trova parzialmente in piedi ancora oggi. Sono tuttavia ormai evidenti i segni del decadimento sempre più inesorabile, dovuto a infiltrazioni d’acqua, incursioni vandaliche e quant’altro. In un periodo in cui esistono i mezzi, gli strumenti, le tecnologie e i soldi per il recupero vero delle testimonianze della storia, dimenticarsi della cripta di Maria Pia costituisce veramente un segno di noncuranza forte. Forse in parte giustificato dai ritmi frenetici di una società sempre più in corsa verso un futuro... poco stabile se non si guarda ogni tanto indietro nel tempo.
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