S.A.
14 dicembre 2011
Leptospirosi: esperti dal Pasteur allo Zooprofilattico
Durante l’incontro i tecnici dell’Izs, unici ad eseguire le analisi nell’Isola, hanno fatto il punto con uno dei maggiori esperti mondiali sulla malattia proveniente dal prestigioso istituto parigino

SASSARI - Dal prestigioso Pasteur Institut di Parigi all’Istituto Zooprofilattico della Sardegna per parlare di leptospirosi, una malattia antica ma in forte crescita a causa del riscaldamento globale. Questo il tema della giornata formativa organizzata dal Dipartimento di Sanità animale dell’Izs, che ha ospitato il dottor Mathieu Picardeau, uno dei massimi esperti internazionali di leptospirosi.
L’evento si è svolto i giorni scorsi nella sede di Sassari, dove Picardeau e i tecnici dello Zooprofilattico hanno fatto il punto sulla malattia, dalla ricerca del batterio, alla diagnosi biomolecolare, alla situazione epidemiologica in Sardegna. «La leptospirosi è una malattia emergente che registra numeri in forte crescita - ha spiegato Picardeau – e questo è dovuto all’aumento dei fattori di rischio della sua trasmissione. Tra le cause ci sono la crescita demografica dei Paesi in via di sviluppo e le precarie condizioni igienico sanitarie in cui vivono milioni di persone – ha aggiunto l’esperto - ma anche il riscaldamento globale e l’aumento degli eventi climatici estremi».
La leptospirosi, infatti, è una patologia trasmessa da batteri (leptospire) sottili e spiraliformi che vivono nell’acqua e con il moltiplicarsi di inondazioni e alluvioni aumenta anche la possibilità di una loro diffusione. «A farne le spese potrebbero essere sia gli animali sia l’uomo, che si infetta venendo a contatto con l’acqua contaminata dalle urine dei mammiferi portatori, tra i quali maiali, cinghiali e cani. Il serbatoio principale dei batteri è però il ratto» ha precisato Picardeau, che ha poi concluso parlando di diagnosi e rischi per la salute.
«Le leptospire colonizzano in fretta l’organismo e si localizzano soprattutto nei reni – ha detto il direttore dell’Unità di Biologia delle spirochete del Pasteur – ma possono interessare anche altri organi come il fegato o il cervello e causare infezioni anche mortali». Per fortuna il decorso della malattia non è sempre letale e spesso i sintomi, che vengono confusi con l’influenza, spariscono con un “inconsapevole” cura antibiotica. Ma i rischi non sono da sottovalutare perché nessuno è immune dalla malattia. «In Sardegna abbiamo avuto dei casi positivi anche nel 2011 e nel 2010», commenta la dottoressa Nicoletta Ponti, responsabile del Dipartimento di Sanità animale dello Zooprofilattico. Che avverte: «La velocità con cui i batteri migrano dal sangue agli organi è un problema per i laboratori di analisi, dato che diventa più difficile isolare le spirochete.
Per questo – precisa - facciamo riferimento a un metodo sierologico più affidabile che, attraverso l’analisi della risposta immunitaria, è in grado di dirci se c’è un’infezione nell’organismo». L'anno scorso, la metodica utilizzata dall'Izs ha permesso di diagnosticare la patologia in una donna che gestiva un canile a Ossi. «Costituiamo l’unico riferimento per la leptospirosi in Sardegna e lavoriamo a stretto contatto con le strutture delle Asl - conclude la dottoressa Ponti -. Ci occupiamo di questo problema da vent’anni e collaboriamo con il Centro di referenza nazionale di Brescia. Ora puntiamo a rafforzare le competenze dello Zooprofilattico grazie all’Istituto Pasteur, dove i nostri tecnici hanno già svolto alcuni percorsi formativi».
Nella foto: Nicoletta Ponti e Mathieu Picardeau
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