Antonio Sini
28 aprile 2005
Bosa, salviamo le antiche concerie
Le case delle storiche concerie sono arrivate a un bivio: salvarle o lasciarle cadere da sole sotto i colpi del tempo inesorabile. La Soprintendenza deve intervenire

BOSA - Il fiume Temo a Bosa si presenta con riflessi in acqua che sembrano disegnati su una tavolozza. Non è una rarità trovare pittori che immortalano a Bosa il Lungotemo, o turisti che con la loro inseparabile macchina fotografica si portano via un “quadretto” naturale. Percorrendo lateralmente il fiume Temo verso la foce, partendo dal ponte nuovo, sulla nostra sinistra non passano inosservate quelle case abbandonate, ben piantate per terra, che si sorreggono l’un l’altra, dal colore grigio che palesa che si tratta di case vecchie. Sono le antiche concerie di Bosa, una attività che ha data lustro alla comunità, ma che da tempo sono state abbandonate: l’industria e le macchine hanno ucciso una attività fatta di tanto sudore e sapienti mani, era l’industria bosana per eccellenza. Ora le case delle storiche concerie sono arrivate a un bivio: salvarle o lasciarle cadere da sole sotto i colpi del tempo inesorabile. Ma chi vuol distruggere un pezzo di storia lambita dal fiume Temo? Nessuno! La Soprintendenza ai beni archeologici di Sassari ha nell’agenda un sopraluogo nella cittadina, sollecitata dall’Amministrazione Comunale, che sta facendo di tutto per non perdere un pezzo della sua storia. L’Architetto della Soprintendenza ha già vistato nei mesi scorsi Bosa, ha trovato gli immobili in uno stato di degrado davvero avanzato, non solo, gli stessi sono risultati pericolosi per il transito delle vetture e degli stessi pedoni . L’Architetto Zini riscontrò a Bosa anche i crolli che interessarono la Chiesa del Carmine, allora caddero per terra blocchi di cemento e calcinacci per fortuna durante la notte. Ora l’esigenza di intervenire non riguarda solo la chiesa ma anche un pezzo di storia di Bosa: le antiche concerie. Un loro recupero darebbe un tocco di eleganza a una specchio d’acqua che sprizza suggestione ogni volta che lo si osserva. E la città di Bosa si augura che la Soprintendenza si attivi in tempi rapidi per salvare un simbolo della comunità.
Nella foto: le antiche concerie
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