S.A.
13 novembre 2012
Occhi puntati sullo squalo elefante
Area Marina Protetta Capo Caccia – Isola Piana inserita nella prima ricerca sul campo per la salvaguardia di questa specie a rischio estinzione

ALGHERO - L’Area Marina Protetta Capo Caccia – Isola Piana, su invito dell’Associazione MedSharks, è inserita nella prima ricerca sul
campo del Mediterraneo sullo squalo elefante. Iniziata da MedSharks nel 2005 la ricerca è oggi condotta insieme a Cts associazione ambientalista impegnata nella salvaguardia della biodiversità marina, con il supporto della Fondazione Principe Alberto II di Monaco e dell’Associazione Italiana della Fondazione (Onlus).
Nonostante la specie sia iscritta nella lista rossa a rischio estinzione della Iucn, gli squali elefante (Cetorhinus maximus) sono spesso vittime delle attività umane in mare. Spesso mostrano tagli e cicatrici, testimonianza diretta degli scontri con le imbarcazioni, eliche o reti da pesca. Un dato interessante è che tra il 2005 il 2010 si sono registrati 79 avvistamenti di squalo elefante in Sardegna, soprattutto in
inverno e in primavera, a testimonianza che l’isola rappresenta una tappa importante nelle migrazioni annuali di questi animali.
Nelle acque di Alghero la specie è stata osservata e documentata in più occasioni tra cui un episodio risalente agli anni ’60. Presso la spiaggia Lazzaretto i pescatori trovarono nelle loro reti, ammagliati e non graditi, tre esemplari di squalo elefante; quattro esperti subacquei, Paolo Curto, Giuseppe Russino, Mario Chessa e Chicco Risso, conoscendo la non pericolosità della specie, intervennero per liberarli e, successivamente, per fotografarli nelle calme acque della baia. Più tardi Curto pubblicò un servizio sulla rivista “Mondo Sommerso”.
La ricerca condotta da uno staff di esperti biologi e divulgatori si pone diversi obiettivi e si avvale della collaborazione delle Amp sarde che hanno aderito all’iniziativa e della Guardia Costiera. Le attività del progetto non sono finalizzate solo ad un’indagine scientifica degli animali ma sono orientate anche alla sensibilizzazione di pescatori, del personale delle Capitanerie di Porto e dei diportisti per far conoscere il rischio che corre la specie protetta e le norme di protezione.
La collaborazione fra questi soggetti potrebbe portare risultati davvero proficui per la raccolta di informazioni sulla presenza e distribuzione dello squalo elefante in Sardegna. In tal senso chiunque abbia avuto la fortuna di incontrare e documentare l’incontro con questi animali può contattare il personale dell’Area Marina Protetta attraverso l’indirizzo di posta elettronica info@ampcapocaccia.it. Il progetto, inoltre, prevede un’intensa attività di sensibilizzazione per il grande pubblico sulla biodiversità e nello specifico sugli squali. E’ bene sapere che lo squalo elefante è innocuo, si nutre di plancton ed è il secondo pesce più grande del mondo, cresce lentamente raggiungendo i 10 metri di lunghezza e può vivere oltre 50 anni. Lo squalo elefante riesce a filtrare più di 1800 tonnellate di acqua all’ora e, nonostante le notevoli dimensioni, è in grado di saltare completamente fuori dall’acqua.
Nella foto: un esemplare di squalo elefante
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