S.A.
28 novembre 2012
Peste suina: allevatore chiede 3mln di danni
Un´azienda ogliastrina va contro la Regione perchè costretta a chiudere un anno a causa della peste suina, malattia che non aveva infettato i suoi animali. La replica della Regione

CAGLIARI - Tre milioni di euro di danni. Questa la richiesta di un imprenditore zootecnico di Loceri, in Ogliastra, nei confronti del governatore Cappellacci perchè la sua azienda, la "Gardalis", è stata costretta a chiudere per un anno, dal settembre 2011 a marzo 2012, a causa della peste suina.
«Nonostante - dice il ricorrente - il suo allevamento non fosse stato neppure sfiorato dalla malattia». A sostenere la citazione in giudizio di Cappellacci davanti al Tribunale di Lanuesi è lo Snarp, sindacato nazionale antiusura. L'azienda è l'unica in Sardegna con la filiera completa del suino: inseminazione artificiale delle scrofe, allevamento, macello, vendita delle carni, salumificio. Nove capannoni con 187 fattrici e duemila maiali. Una ventina i dipendenti ed un fatturato che si aggira intorno ai tre milioni di euro.
Replica della Regione. «Nel settembre 2011, in piena emergenza sanitaria in Ogliastra e precisamente nel territorio di Lanusei a causa della peste suina africana la Regione ha emanato precise direttive imposte dalle normative nazionali e comunitarie in materia di sanità animale, con l’obiettivo di contenere la diffusione della malattia. Provvedimenti obbligatori per evitare, tra le altre conseguenze, il blocco totale dell’export delle produzioni della filiera suinicola sarda». Lo precisa l’assessore regionale della Sanità, Simona De Francisci, in merito al caso dell’azienda Gardalis di Loceri. «Riguardo al blocco produttivo - aggiunge l'esponente della giunta Cappellacci - gli uffici confermano che questo è durato sino al 16 dicembre 2011 (e non a marzo 2012), data in cui l’azienda zootecnica ogliastrina ha ottenuto la deroga da parte del ministero della salute per macellare e per movimentare i proprio capi dall’allevamento al mattatoio».
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