Red
26 gennaio 2013
«Alle Regionali nuova legge elettorale»
Lo sottolinea il consigliere regionale, cadidato al Senato alle prossile elezioni politiche con Sinistra ecologia e Liberta, Luciano Uras

CAGLIARI - «Lo Statuto Speciale della Regione Autonoma della Sardegna è stato modificato sostanzialmente nella parte che concerne la composizione e l’elezione del Consiglio Regionale. Ora l’Assemblea è composta di 60 componenti (20 in meno dei precedenti) e la legge elettorale nazionale non è più applicabile alla realtà sarda. In particolare su 2 punti: 1) qualunque sia la forma di Governo (presidenzialista o parlamentare) non può variare il numero dei consiglieri regionali, quindi il premio di maggioranza non può determinare un aumento degli eletti; 2) è obbligatorio conseguire l’equilibrio di genere, uomo – donna, nell’accesso alla carica di consigliere».
Lo sottolinea il consigliere regionale, cadidato al Senato alle prossile elezioni politiche con Sinistra ecologia e Liberta, Luciano Uras, secondo cui l’attuale legge elettorale, che da una parte determina l’incremento automatico del numero dei consiglieri in ragione del rapporto maggioranza minoranze e non garantisce affatto la composizione equilibrata di genere, non corrisponde più agli obblighi imposti dalla legge costituzionale. Per questo bisogna fare la nuova normativa elettorale.
Ci sono poi altre 3 rilevanti questioni politiche, secondo Uras: l’eliminazione del listino dei nominati; l’equilibrio territoriale delle rappresentanze; le elezioni primarie per scegliere il Presidente. «La prima questione riguarda la necessità di rispondere positivamente alla contrarietà della maggioranza dei cittadini a forme di elezione che gli escludano, affidando ai partiti la scelta dei candidati; la seconda si impone con tutta urgenza in ragione della soppressione delle circoscrizioni provinciali sarde per effetto del referendum del 6 maggio, con riferimento particolare alla Gallura, all’Ogliastra, al Sulcis – Iglesiente e al Medio campidano; la terza riguarda l'obbligo di adempiere alla volontà popolare espressa con il referendum n.7 del 6 maggio».
«Viste le evidenti difficoltà della attuale maggioranza alla Regione, che fa presagire – anche in esito alle elezioni politiche – una pesante crisi del Governo regionale e rende tutt’altro che fantasioso un voto anticipato diventa assolutamente urgente al discussione sulla legge. Il Pdl e i suoi alleati non possono evitare l’irreparabile dissoluzione della attuale maggioranza e la Sardegna non può essere privata di una legge elettorale legittima», conclude Luciano Uras.
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