Carmelo Spada
16 febbraio 2013
Politiche 2013: quale ambiente eleggere
Il Diario Elettorale 2013 di Cai, Fai, Federazione Pro Natura, Greenpeace Italia, Legambiente, Touring Club Italiano, Wwf presentato ai partiti e movimenti politici in occasione delle elezioni del 24 e 25 febbraio

SASSARI - Il Diario Elettorale 2013 di sette tra le più importanti associazioni ambientaliste (Cai, Fai, Federazione Pro Natura, Greenpeace Italia, Legambiente, Touring Club Italiano, Wwf) è reso pubblico dopo cinque incontri con movimenti, partiti e liste. Il confronto si è svolto con una delegazione del Movimento 5 Stelle, con il candidato premier Antonio Ingroia per la Lista Ingroia – Rivoluzione civile, con Ilaria Borletti Buitoni per la Lista civica Monti per l’Italia, con Nichi Vendola, segretario nazionale di Sel, e con Stella Bianchi, responsabile Ambiente del PD. Il 19 febbraio è previsto un incontro con il segretario federale della Lega Nord Padania Roberto Maroni, mentre ancora non hanno risposto alla richiesta di incontro Silvio Berlusconi, presidente Pdl, Gianfranco Fini, presidente Fli, Pierferdinando Casini, leader dell’Udc. Nell'ultima settimana di campagna elettorale si attendono parole chiare e pubbliche sull’ambiente quale chiave di volta delle scelte economiche e sociali. Infatti, il Green Deal, caldeggiato dalle associazioni ambientaliste, è entrato nella sensibilità delle forze politiche e delle liste in lizza nelle elezioni nazionali 2013, ma ancora manca la volontà di farne uno dei temi al centro del confronto.
Si stenta a dare la giusta rilevanza al messaggio che la gravità della crisi economico-finanziaria del Paese impone una riconversione ecologica delle scelte di fondo nei settori dell’energia, dei trasporti, delle infrastrutture, dell’agricoltura e della tutela e della valorizzazione della biodiversità e dei beni culturali. Per le associazioni ambientaliste Cai, Fai, Federazione Pro Natura, Greenpeace Italia, Legambiente, Touring Club Italiano e Wwf ai partiti politici manca ancora la consapevolezza che la necessità di risparmiare risorse economico-finanziarie e ambientali, non serve a superare solo il declino attuale, ma ad impostare il modello di sviluppo del futuro. Il confronto di questi giorni, avvenuto partendo dalle 80 proposte, di cui 28 ritenute prioritarie, contenute nel documento “Elezioni nazionali 2013: Agenda ambientalista per la Ri-Conversione ecologica del Belpaese”, consente di fare alcune considerazioni generali per poi entrare nel merito delle singole interlocuzioni.
Pd e Lista Monti, seppur consapevoli della centralità della green economy e sui temi energetici sposano i contenuti della Strategia Energetica Nazionale elaborata dal Ministro dello Sviluppo Economico Corrado Passera, che non indica un programma di reale promozione dell’efficienza energetica e delle rinnovabili, né di progressiva dismissione delle centrali termoelettriche alimentate con combustibili fossili e punta sull’Italia hub del gas e sul sovrasfruttamento del poco petrolio e di scarsa qualità presente nel nostro Paese; non propongono una netta cesura con il Programma delle infrastrutture strategiche, che costituisce una pesante ipoteca sui conti pubblici e sull’assetto ambientale del Paese; i partiti politici non hanno ancora maturato una riflessione più generale - e indipendente dagli interessi dei grandi gruppi industriali - su come coniugare lavoro, salute e ambiente.
Sel presenta un programma articolato e ampio da cui emerge la consapevolezza che in tempo di crisi è necessario un nuovo contratto sociale e di governo che metta al centro il binomio lavoro e ambiente e le sue scelte per la de-carbonizzazione, le fonti energetiche rinnovabili, le piccole e medie opere e per la manutenzione del territorio che ancora non sono al centro degli impegni della coalizione di centro-sinistra. Lista Ingroia – Rivoluzione Civile indica nella green growth (la crescita verde) la chiave di volta della sua proposta elettorale, sposando le linee di intervento avanzate in campo ambientale, ma stenta ancora ad articolarle nei particolari nel programma oggi conosciuto. Nel Movimento 5 Stelle emergono sensibilità convinte e diffuse ad esempio sull’esigenza del risparmio, dell’efficienza energetica, delle fonti rinnovabili e nel dire no al ponte sullo Stretto di Messina e alla TAV senza però che questi aspetti siano inquadrati in un disegno organico complessivo.
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