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S.A. 9 marzo 2013
Peste suina: «via sblocco animali»
Questa la richiesta del presidente regionale di Copagri Sardegna, a partire da dopo il 20 marzo, ultimo giorno previsto per le ispezioni dell´Unione Europea
Peste suina: «via sblocco animali»

CAGLIARI - I rappresentanti della Commissione europea, dell'Ufficio alimentare e veterinario, saranno in Sardegna da martedì prossimo sino al 20 marzo. La delegazione dovrà fare il punto sull’attuazione del piano straordinario contro la peste suina africana nell'Isola e Copagri si augura che sia l'occasione per dare il via libera alla movimentazione dei suini allevati in Sardegna, nonché alla trasformazione ed esportazione delle loro carni se provenienti da aziende sane e controllate. Dopo l’intensificazione dei controlli sulle aziende suinicole e le strutture che operano nella filiera, «ci si attendiamo il via libera alla movimentazione e lavorazione dei suini allevati in Sardegna con possibilità di esportazione delle loro carni», ha spiegato il presidente regionale di Copagri Sardegna, Ignazio Cirronis.

«Ad oggi, si sa, i salumifici, compresi quelli che avevano investito sul marchio Sardegna, sono autorizzati a lavorare solo carni provenienti da fuori, bloccando di fatto gli allevamenti isolani e mortificando lo sviluppo di un comparto di grandi potenzialità». Per Copagri, invece, l’unico discrimine deve essere tra azienda in regola e azienda fuori controllo. L'associazione si rammarica che i controlli abbiano riguardato, per la stragrande maggioranza, gli allevamenti già perfettamente conosciuti dalle strutture sanitarie mentre siano stati ottenuti scarsi risultati contro gli allevamenti abusivi, specie nelle aree ad alto rischio. I progetti pilota comunali devono ancora venire e il disegno di legge che dovrebbe dare ai Comuni le risorse per finanziarli giace dormiente in Consiglio regionale. Ancora, il protocollo d’intesa a suo tempo sottoscritto tra Regione e organizzazioni agricole è in larga parte disatteso.

«Le procedure per la sorveglianza del territorio e la cattura degli animali non conosciuti alle Asl», conclude Cirronis, «sono farraginose e burocratiche e non è ragionevole scaricare sui Comuni compiti che non sono in grado di assolvere». Inoltre, le norme regionali volte all’eradicazione della peste suina non tengono conto, spesso, della realtà dei nostri allevamenti, prevalentemente orientati alla produzione del suinetto da latte e con strutture semplificate. Su questi temi ancora irrisolti, Copagri chiede alla Regione, attraverso l’azione degli assessorati competenti (Agricoltura e Sanità), di provvedere a superare i ritardi e a convocare, alla presenza delle organizzazioni agricole, l’Anci e i comuni dell’area ad alto rischio per trovare insieme soluzioni condivise, da troppo tempo attese.
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