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Red 8 luglio 2013
Filiera pane sardo: un futuro possibile
Si è conclusa con questa proposta la tavola rotonda ”La panificazione con lievito madre e la filiera del grano duro in Sardegna” a cura dell´Agenzia Laore tenutasi venerdì scorso all´interno della XXV edizione della Mostra del Pane
Filiera pane sardo: un futuro possibile

OLMEDO - Olmedo come appuntamento annuale per parlare di panificazione di qualità e fare il punto sui progressi per ottenere certificazioni di filiera regionale. Si è conclusa con questa proposta la tavola rotonda ”La panificazione con lievito madre e la filiera del grano duro in Sardegna” a cura dell'Agenzia Laore tenutasi venerdì scorso all'interno della XXV edizione della Mostra del Pane. In un ambiente neutrale come quello della Pro Loco di Olmedo, si sono riuniti i rappresentanti delle diverse categorie della filiera (cerealicoltori, molitori, panificatori), tecnici di Laore, ricercatori di Agris e Porto Conte Ricerche, il vicepresidente Lino Mura e l'assessore Enrico Daga della Provincia di Sassari, il presidente della Camera di Commercio Gavino Sini.

Le difficoltà maggiori, da quanto emerso durante il confronto, risiedono nella non competitività economica della coltivazione del grano duro in Sardegna e della carenza di incentivi culturali che dovrebbero spingere a scegliere un prodotto di qualità rispetto ad uno più economico ma di dubbia provenienza. Per il molitore Andrea Brundu è un problema di scarsa informazione: «Bisognerebbe partire dalle scuole con dei programmi di educazione alimentare». Per arginare il progressivo abbandono della coltivazione del grano, è nato nel 2011 il progetto “Semenadura” dell'Assessorato Regionale dell'Agricoltura e Riforma Agro-Pastorale coordinato da Laore che mira a favorire il consolidamento di una filiera cerealicola isolana di qualità mediante l'erogazione di un premio in regime de minimis ai cerealicoltori che aderiscono ad un accordo di filiera finalizzato alla valorizzazione del grano duro coltivato in Sardegna.

Si è avuto qualche miglioramento e i dati forniti da Marco Dettori dell'agenzia Agris indicano il raggiungimento di un livello di produzione almeno sufficiente per il fabbisogno regionale anche se gran parte della produzione non viene utilizzata nell'isola, come precisato da Antonio Turra di Agrisardegna. In tempi di crisi si guarda il prezzo a discapito della qualità, come riuscire a far conciliare questi due aspetti senza penalizzare nessun elemento della filiera? Il presidente del Consorzio del Pane di Altamura Dop, Giuseppe Barile ha raccontato la felice esperienza pugliese, una realtà nata nel 1979 e che attualmente produce 900 quintali di pane al giorno e lo esporta in tutta Italia.

Pane a denominazione di origine protetta, realizzato con lievito madre, farina di grano delle Murge e cotto nel forno a legna, che il consorzio riesce a vendere a prezzi contenutissimi pur guadagnandoci. Una produzione che è diventata il simbolo di un territorio e che crea anche turismo. Il segreto, secondo Barile, sta nel mettere insieme le forze abbandonando gli individualismi e creando consorzi che lavorino rispettando i disciplinari. A conforto di questa tesi vi è la testimonianza del Molino Galleu che ha costituito insieme a cerealicoltori e panificatori di Ozieri il Consorzio della Spianata di Ozieri e che già si sta attivando per ottenere i certificati di qualità. La filiera del grano duro sardo può dunque avere un futuro non troppo lontano.

Nella foto: un momento della tavola rotonda



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