S.A.
3 dicembre 2013
Retinopatia, bimbo in sala operatoria
Il delicato intervento è stato eseguito nella Clinica Oculistica dell´Azienda Ospedaliero Universitaria di Sassari su un nato prematuro e affetto da R.o.p.

SASSARI - Un delicatissimo intervento alla retina su un bambino nato prematuro e affetto da Rop (retinopatia del prematuro) è stato eseguito lo scorso 17 ottobre nella Clinica Oculistica dell'Azienda Ospedaliero Universitaria di Sassari. La R.o.p. è una malattia vascolare della retina che si manifesta in neonati pretermine, con rischio maggiore quanto minore è il tempo di gestazione e quanto più basso è il peso del neonato alla nascita. Nei casi più gravi può portare alla cecità.
Il piccolo è nato quest’estate a Sassari, dopo sole 23 settimane di gestazione, mentre i genitori si trovavano in vacanza in Sardegna; ricoverato presso il reparto di Neonatologia, diretto da Mauro Giorgio Olzai, è stato seguito dalla neonatologa Giuseppina Spanedda e dall’oculista Adolfo Carta. A due mesi dalla nascita, il piccolo ha sviluppato una forma molto aggressiva del disturbo per il quale si è reso necessario un intervento chirurgico urgente. L’ operazione è stata eseguita dal professor Francesco Boscia, responsabile di Oculistica dallo scorso agosto, che ha sottoposto il bambino al trattamento foto coagulativo con laser della retinopatia, un intervento che è durato in tutto venti minuti ed ha avuto esito positivo.
Boscia, chirurgo vitreo retinico di fama nazionale, è stato coadiuvato dai colleghi Carta e Salvo e dagli specializzandi Eleonora Nuvoli, Francesco Zaccheddu, Giulio Garruto, Ermete Giancipoli. L’intervento rientra in un più ampio progetto di rifondazione delle attività della Clinica Oculistica, avviato da Boscia grazie al sostegno e alla collaborazione del direttore generale, Alessandro Cattani, del direttore sanitario, Mario Manca e del direttore amministrativo, Lorenzo Moretti, che hanno provveduto, tra le altre cose, all’acquisizione di un caschetto laser necessario al chirurgo per eseguire questo tipo di intervento. Negli anni passati alcuni casi di R.o.p. erano stati sottoposti con successo a criotrattamento ma per le forme più aggressive, non essendo disponibile l’adeguata strumentazione, era stato necessario il trasferimento presso altre strutture del nord Italia.
Nella foto: l'esecuzione dell'intervento
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