Nello Cardenia
20 febbraio 2014
L'opinione di Nello Cardenia
L´indipendentismo sardo in avanzata storica
L'indipendentismo in Sardegna è stato protagonista di un'avanzata storica all'interno del Parlamento sardo e tra la società sarda. Nonostante le endemiche divisioni che lo contraddistinguono, questa policroma galassia è riuscita ad eleggere un cospicuo numero di rappresentanti. Non è da escludere che all’interno della maggioranza di centro-sinistra si formi un gruppo consiliare unico costituito da iRS, Partito dei Sardi e Rossomori grazie al quale si possa conseguire una cooperazione istituzionale sui temi della sovranità. Rimane il rammarico di non vedere rappresentate le liste di Sardegna Possibile e del Fronte Unidu; complice una legge elettorale che andrebbe sicuramente rivista a favore di un sistema proporzionale con sbarramenti più bassi in modo da dare la possibilità a tutte le culture politiche di essere rappresentate. Netta la vittoria di Francesco Pigliaru il quale ora dovrà dimostrare spiccate doti di leadership per tenere insieme una maggioranza davvero differenziata nella sua composizione.
Rimane un dato importante: il mondo indipendentista e sovranista ha raggiunto il 26% dei voti nell’ultima tornata elettorale. Raccogliendo consensi in maniera trasversale. Le tematiche che quest’area pone nel del dibattito pubblico riproducono aspetti irrinunciabili di un’azione di governo che metta al centro del suo agire politico l’interesse del popolo sardo: dall’Agenzia Sarda dell’entrate fino alla gestione della produzione di energia. Solo per fare alcuni esempi. Bene farebbe il presidente Pigliaru a prendere a cuore questi tematismi, facendoli propri in maniera decisa. Infatti nei prossimi cinque anni il tema della gestione e conquista di poteri di sovranità non potrà essere eluso se questa maggioranza intenderà superare davvero lo schema politico e normativo ereditato dall’Autonomia. Ecco perché la totalità le forze sovraniste e indipendentiste presenti in Consiglio Regionale dovrà svolgere un lavoro congiunto affinché questa legislatura non venga sprecata.
Non sarà sicuramente un compito facile vista la diffidenza storica che buona parte della sinistra isolana possiede rispetto a questi concetti. Tuttavia nella società sarda è avvenuta una maturazione in questo senso e sarebbe davvero miope non raccogliere questi segnali per poi trasformarli in condotta di governo. Cappellacci è stato sconfitto anche grazie al senso di responsabilità di tutti quei partiti e movimenti che hanno capito il bivio di fronte al quale si trovava la Sardegna. Ora non si può più sbagliare. Sono state gettate le basi per un rinnovamento del sistema politico sardo il quale inizia finalmente ad assomigliare a quello catalano; dove i partiti sovranisti e indipendentisti costituiscono la base portante dell’intero arco della rappresentanza istituzionale. Un ulteriore segnale di cambiamento lo dovrebbe cogliere l’intero perimetro del campo progressista isolano il quale possiede ora un’occasione storica per edificare un grande polo sovranista capace di guidare le riforme strutturali di cui l’Isola ha bisogno. Al netto di queste considerazioni resta un passo preliminare da percorrere: traghettare l’Isola fuori dalla palude in cui si trova ora. Senza una consistente ripresa economica ogni proposito di trasformazione sarà destinato a rimanere solo una gentile utopia.
* membro del Direttivo iRS
|
|
|
20 maggio 20 maggio 20 maggio
|