Oltre 600 tra direttori e collaboratori di quasi tutte le 220 Caritas diocesane e di Caritas Italiana riuniti a Quartu
CAGLIARI - Fino a giovedì 3 aprile a Quartu Sant’Elena (presso l’Hotel Setar), nella Diocesi di Cagliari, si ritrovano per il 37° Convegno nazionale oltre 600 tra direttori e collaboratori di quasi tutte le 220 Caritas diocesane e di Caritas Italiana. Tra i Vescovi presenti: Mons. Arrigo Miglio, Arcivescovo di Cagliari e Presidente della Conferenza episcopale sarda (CES), Mons. Giovanni Paolo Zedda, Vescovo di Iglesias e Vescovo delegato della CES per il servizio della carità, Mons. Ignazio Sanna, Vescovo di Oristano, Mons. Giovanni Dettori, Vescovo di Ales-Terralba. In apertura dei lavori, la preghiera di Mons. Giovanni Paolo Zedda, che ha sottolineato: «Poter ospitare questo evento ci dà tanta gioia. Il Convegno è un’occasione preziosa per crescere nella comunione con tutte le Chiese d’Italia, promuovendo la cultura dell'incontro e dell’accoglienza che siamo chiamati a testimoniare verso tutti».
Ha preso poi la parola don Francesco Soddu, direttore di Caritas Italiana, che ha sottolineato il carattere ‘sinodale’ del Convegno, frutto degli incontri con le Delegazioni regionali di tutta Italia: «ognuno di noi lo sente come ‘non calato dall’alto». A seguire, i saluti di Mauro Contini, sindaco di Quartu Sant’Elena: «Le nostre comunità hanno bisogno di solidarietà; dobbiamo mettere in rete esperienze, idee e risorse, perché da soli non siamo utili a nessuno». E quelli di Luigi Arru neo-assessore regionale alla Sanità: «Come Regione dobbiamo cercare con la nostra azione di includere i più deboli e gli emarginati, con spirito di accoglienza affinché la povertà e la malattia non costituiscano un destino ineluttabile».
Poi, i saluti di Mons. Carmine Arice, direttore dell’Ufficio nazionale della Pastorale della Salute della CEI. Successivamente, la prolusione di Mons. Giuseppe Merisi, presidente di Caritas Italiana, che ha sottolineato: «Per le Caritas questo - proseguendo nell’atteggiamento di ascolto reciproco e di lettura dei segni dei tempi - si propone come momento di un percorso che origina dalle riflessioni dello scorso anno, le consolida e le inquadra in un interrogarsi insieme che continuerà anche nel nuovo anno pastorale. Un impegno di revisione «che riguarda lo stile proprio di ogni Caritas nel suo territorio, ma anche il lavoro comune della Caritas nei suoi organi istituzionali, con la massima attenzione alle persone che siamo chiamati a servire nella Chiesa e mediante la Chiesa».
«L’auspicio dunque è che siamo capaci di portare, condividere e declinare i frutti del nostro essere Caritas a servizio della Chiesa, dal locale al nazionale e viceversa, in un processo di costante ridefinizione del nostro stare quotidianamente nelle periferie esistenziali». Inoltre, Mons. Merisi ha fatto riferimento alla presenza Caritas all’Expo 2015, auspicando che questa partecipazione «possa sensibilizzare adeguatamente istituzioni e governi ma anche l’opinione pubblica per riparare le ingiustizie e promuovere uguaglianza e benessere sul tema del cibo». In conclusione, il riconoscimento del lavoro di Caritas e l’auspicio che «prosegua con passione ed equilibrio il lavoro che coniuga testimonianza e servizio, profezia e realismo».