A.B.
17 aprile 2014
Problema carceri: interviene Caligaris
Il presidente dell’associazione Socialismo Diritti Riforme chiede l’intervento attivo dei parlamentari sardi per promuovere «un’indagine a tutto campo» sui lavori nelle strutture carcerarie

CAGLIARI - «Si susseguono le dichiarazioni e le inchieste giornalistiche ma i parlamentari sardi nei due rami del Parlamento devono attivarsi affinché venga promossa un’indagine a tutto campo. Quanto rivelato di recente anche da “Report” sulla mancata impermeabilizzazione dei nuovi Istituti Penitenziari nell’Isola, la quantità di milioni di euro spesi e l’assenza di una programmazione razionale richiedono un’attenzione finora assente. Il caso Cagliari-Uta è emblematico per ritardi e inadempienze di Opere Pubbliche». Lo afferma il presidente dell’associazione “Socialismo Diritti Riforme” Maria Grazia Caligaris, sottolineando che «la questione della presenza nell’Isola dei detenuti in regime di 41bis rischia di essere uno specchietto per allodole. Le maggiori criticità emergono nella progettazione di edifici che sembrano essere stati pensati da chi non conosce la realtà del carcere».
«Nel Villaggio Penitenziario di Cagliari-Uta, per la cui realizzazione sono stati spesi 98milioni di euro, dentro ciascuna cella continueranno ad essere utilizzati per cuocere e scaldare i cibi – ricorda Caligaris – i fornellini a gas, quanto di più pericoloso per l’incolumità dei detenuti. Sono state invece realizzate due mega cucine da Masterchef, un teatro da 500 posti e una bellissima Cappella. Nessuna cella singola, nonostante la presenza di ergastolani e benché il bagno sia separato dall’angolo cucina, la privacy non è garantita perché la parete divisoria è di vetro. Difficile inoltre raggiungere la prima porta senza prendersi un malanno d’inverno e un’insolazione d’estate. La notevole distanza tra l’accesso e l’ingresso non ha infatti – evidenzia la presidente di Sdr – alcuna copertura e vedrà esposti gli operatori penitenziari alla clemenza del tempo. Nel Centro Clinico, ancora in alto mare, è stato necessario rivedere gli impianti di supporto per adattarli ai sussidi medicali e diagnostici con uno spreco di tempo e di lavoro. Nonostante la disponibilità di spazi il numero per i degenti è minore di quello attuale di Buoncammino cioé solo venti posti contro i trenta dello storico istituto cagliaritano».
«Un’ultima esemplificazione riguarda la gestione di una struttura che, articolata su più padiglioni a più piani rialzati e con sistemi tecnologici all’avanguardia, è particolarmente delicata. Il minimo problema farà saltare l’intero circuito imponendo nell’immediato lunghi momenti di attesa all’apertura delle porte che separano le sezioni e le celle nonché – conclude Caligaris – una manutenzione costante e dispendiosa. Ecco perché riteniamo improcrastinabile una Commissione Parlamentare d’Inchiesta proprio per le approfondire le conoscenze sulle quattro mega strutture sorte nell’Isola che ha complessivamente 1.300 cittadini privati della libertà ma dovrà ospitarne a breve più del doppio senza contare i circa 200 sottoposti al 41bis. E’ poi forse da prendere in considerazione il mancato rispetto da parte di Opere Pubbliche degli impegni contrattuali e delle spettanze ai lavoratori dal momento che gli operai sono costretti allo sciopero ormai quasi ogni mese».
Nella foto: Maria Grazia Caligaris
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