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A.B. 31 maggio 2014
Coldiretti promuove la pizza a km0
«Ci hanno scippato la pizza. È possibile ottenere una pizza con il 100percento di prodotti locali?», si chiedono i rappresentanti dell’associazione di categoria
Coldiretti promuove la pizza a km0

CAGLIARI - Quasi due pizze su tre (63percento) servite in Italia sono ottenute da un mix di farina, pomodoro, mozzarelle ed olio provenienti da migliaia di chilometri di distanza senza alcuna indicazione per i consumatori che oggi hanno rinunciato del tutto ad andare in pizzeria (25percento) o hanno ridotto le presenze (40percento) rispetto a prima della crisi, secondo l’indagine “Ixè”. E’ quanto emerge dal dossier “La crisi nel piatto degli italiani nel 2014”, presentato dal presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo al “Teatro Palapartenope” di Napoli, che analizza per la prima volta anche cosa c’è di diverso con la crisi nei piatti più rappresentativi della tradizione alimentare italiana con la pizza che risulta essere sempre meno tricolore.

«E pensare, aggiunge il presidente regionale di Coldiretti Sardegna Cualbu - che noi, nel nostro piccolo, possiamo avere la pizza preparata dall’inizio alla fine con prodotti sardi al 100percento: di sicuro nella terra che in epoca dell’antica Roma veniva considerata il granaio d’Italia non manca il grano, qualità Capelli, per produrre farina; abbiamo sicuramente qualità di olio extra vergine di oliva tra i più importanti in Italia, pluripremiati e che fanno bella mostra sulla tavola della Regina d’Inghilterra, come “Ozzastrera”, azienda Agricola Giovanni Nieddu di Bolotana e poi siamo un esempio con il brand “io sono sardo” per quanto riguarda passata, pelati e polo di pomodoro, esempio di filiera cortissima, dove la “Arpos”, società cooperativa che raggruppa i produttori di pomodoro da industria in Sardegna, ha deciso di trasformare e commercializzare direttamente il proprio prodotto finito. Per non parlare di uno dei prodotti più ricercati all’interno dei mercati di “Campagna Amica”, la mozzarella di pecora dell’azienda agricola “Pab’è is tèllasa”, di Sant’Andrea Friuss, vero e proprio must dei prodotti a km0»

La preparazione del piatto, forse, più tipico della tradizione italiana insieme alla pasta è eseguita ormai con surrogati di prodotti agricoli, alimenti sostituiti da semilavorati industriali: la mozzarella è in realtà prodotta da cagliate che arrivano dall’est Europa; i pomodori sono per lo più americani o addirittura cinesi; l’olio è per lo più olio di semi e di provenienza spagnola, piuttosto che greca o nordafricana; le farine, nelle migliori delle ipotesi, francese o tedesca se non, come ormai verificato di recente, ucraina. Sostituita alle cagliate industriali.



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