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S.A. 7 luglio 2014
A Montresta si festeggia la sagra di su pipiriolu
Sabato 19 luglio Montresta celebra il suo piatto tipico, una pasta trafilata al bronzo con una macchina rudimentale che in tutta la Sardegna viene utilizzata solo in un altro paese, a Ula Tirso
A Montresta si festeggia la sagra di <i>su pipiriolu</i>

MONTRESTA - C’è un sottile filo che lega Montresta, un piccolo paese in provincia di Oristano, a Cargese in Corsica e a Itilo in Grecia: è una storia affascinante e misteriosa fatta di esili, migrazioni e improvvise sparizioni. E c’è un particolare tipo di pasta dal suono chiaramente ispanico, “Sos Pipiriolos”, che unisce idealmente questo centro sull'altopiano planargese alla penisola iberica. Sabato 19 luglio Montresta celebra il suo piatto tipico, una pasta trafilata al bronzo con una macchina rudimentale che in tutta la Sardegna viene utilizzata solo in un altro paese, a Ula Tirso.

E’ il primo piatto delle feste e delle occasioni importanti: molto porosa, questa pasta assorbe il sugo di agnello o cinghiale e viene spolverata di formaggio pecorino o caprino. La fantasia non mancò a chi, tanti secoli fa, le diede il nome: in sardo, “su pipiriolu” in sardo significa piffero, e in effetti è quasi inevitabile emettere qualche nota quando si gusta questa specialità che si ottiene azionando a braccia un torchio fissato su una base di legno, che consente di trasportarlo per tutto il paese. La preparazione è lunga e meticolosa, praticamente invariata negli anni: le casalinghe preparano l'impasto di farina di semola, acqua e sale che viene frazionato in lunghi tubi che vengono introdotti nel tamburo del torchio; dopo aver riempito questo tamburo, inizia la pressione del disco di bronzo contro la parte del disco forato e dopo 4 o 5 giri completi un'altra persona - dopo aver valutato la giusta lunghezza - stacca la pasta e la adagia sul tavolo per l'essicazione.

Come questa macchina rudimentale sia giunta in due paesi dell'isola, resta ancora un mistero. Così come resta avvolta nel mistero la sparizione delle famiglie greche che, nei primi anni dell'800', si erano stabilite in questo luogo. Gli abitanti di allora di Montresta erano stati esiliati dalle terre del Mani, una penisola del Peloponneso e, dopo essere stati accolti in Corsica nella zona di Cargese, giunsero in Sardegna. Proprio per comprendere meglio la diaspora maniota e il filo della storia che lega questi luoghi, da quattro anni si organizzano degli appuntamenti di incontro e di scambio chiamati "Nostos", dal greco “il ritorno a casa”.



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