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Marcello Simula 16 marzo 2006
Piano Paesaggistico, i centristi invocano la magistratura
Contro il Piano Paesaggistico per difendere l’ambiente: così Udc, Riformatori e Fortza Paris nella conferenza tenutasi ieri sera nei saloni della Mercede
Piano Paesaggistico, i centristi invocano la magistratura

ALGHERO - Contro il Piano Paesaggistico per difendere l’ambiente: così Udc, Riformatori e Fortza Paris nella conferenza tenutasi ieri sera nei saloni della Mercede. Il clima già caldo intorno all’argomento Piano Paesaggistico registra l’intervento in città delle forze di centro. Primo punto all’ordine del giorno rivendicare l’interesse per l’ambiente: «Siamo contrari al PPR, ha ribadito l’onorevole Massimo Fantola, - ma siamo i primi a difendere l’ambiente e a combattere contro la speculazione edilizia». La discussione è poi proseguita con un vero e proprio attacco alla proposta di pianificazione della giunta Soru, su tutti i fronti. L’incontro è proseguito con l´analisi condotta dal professore dell’università di Cagliari Giampaolo Marchi: la prima grande falla del PPR è stata identificata dal relatore nell’assenza di una vera e propria strategia di sviluppo: secondo il professore il provvedimento bloccherà letteralmente il progresso dell’isola, provocando conseguenze negative a medio e lungo termine.Criticata inoltre la scelta di unire in un unico atto due strumenti come la proposta del Ppr e quella di una nuova legge urbanistica: l’unione dei due testi, secondo Marchi, sarebbe uno stratagemma adottato per garantire al Ppr una copertura giuridica altrimenti assente. Si sbilancia, il tecnico delle forze di centro, che parla senza peli sulla lingua: «Prima o poi qualche giudice a Berlino ci metterà le mani sopra: di sicuro scoppierà un contenzioso legale». Dopo questo primo giudizio formale l’analisi si è spostata sul contenuto: il testo del Ppr, a detta dei conferenzieri, si sovrappone al codice Urbani, normativa nazionale di riferimento che presta massima attenzione alla salvaguardia e alla tutela dell’ambiente. Marchi ha fatto notare come il codice Urbani deleghi alle istituzioni locali la facoltà di leggere e programmare il proprio territorio, facoltà soppressa, a suo dire, dal Ppr proposto dalla giunta: «La copianificazione tra Comune e Regione, - ha dichiarato, - non è una gentile concessione, ma un obbligo stabilito dalla legge». Giudizio negativo anche per la scelta di concentrare l’attenzione sulla zona costiera: lo studio delle zone interne dell’isola è stato rimandato in una seconda fase, squalificando la tradizione e la forza culturale dell’entroterra isolano.Condanna senza appello anche per i tempi del Piano Paesaggistico: le mancanze nell’analisi del territorio e le carenze del testo, secondo Marchi, causeranno il blocco dello sviluppo per almeno 4 o 5 anni. Altro tasto dolente evidenziato è il rapporto Regione-Enti locali: ogni Comune, primo interessato allo sviluppo del territorio, dovrà infatti sottoporre il Puc al giudizio della Regione che verificherà il rispetto del piano paesaggistico. Non una questione formale, secondo il professor Marchi, ma un vero e proprio controllo riguardo questioni di merito: «Così i Comuni diventano meri esecutori delle decisioni della giunta regionale: Soru è diventato l’incontrastato gestore della politica regionale, concentrando nelle sue mani e poteri di vita e di morte». È fuor di dubbio una bocciatura, quella delle forze di centro, disposte a tutto per bloccare in un modo o nell’altro i programmi di Soru: «Mi auguro,- ha chiosato Marchi, -che quei signori prima o poi siano chiamati a pagare il conto davanti ai giudici: per fermare queste persone è l’unica soluzione possibile». Insomma, dove non può la battaglia politica, là deve colpire la magistratura, secondo i centristi.



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