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Mariangela Pala 8 dicembre 2014
Don Michele Murgia: «l’umanità è riconoscersi nell’uomo piccolo»
In occasione del Convegno dibattito sul tema “Dottrina sociale della Chiesa (D.s.c.) – Scopi del Lionismo”, organizzato dai Lions Club Porto Torres, Don Murgia interviene sulle concrete applicazioni della Dsc
Don Michele Murgia: «l’umanità è riconoscersi nell’uomo piccolo»

PORTO TORRES - In occasione del Convegno dibattito tenutosi sabato, presso la sala Filippo Canu, sul tema “Dottrina sociale della Chiesa (D.s.c.) – Scopi del Lionismo”, organizzato dai Lions Club International Porto Torres, presso la sede dell’associazione, il Presidente Gianni Tamponi ha voluto sottolineare come nell’anno della celebrazione del 50ennale di attività, i Lions Club di Porto Torre si è voluto interrogare sul da farsi per meglio esplicare il proprio servizio a favore degli altri. Un mondo dove la “Globalizzazione” ha sconvolto gli equilibri tra “Finanza – Profitto – Lavoro, i tre principali elementi del "prodotto". Un incontro in cui si è parlato degli scopi del Lionismo, che sostiene il prevalere della meritocrazia fino all’individualismo, e della sua diversa evoluzione di pensiero rispetto alla chiesa che ribadisce il principio di solidarietà fino all’accettazione di una quota di collettivismo.

Diversi i concetti affrontati dai relatori, tutti partiti da una visione antropocentrica del mondo: Alberto Tarantino (Lions Club Tivoli) ha relazionato sul tema degli scopi dell’associazione Lions; Adriano Picciau (Lions club Cagliari) è intervenuto sull’Encicliche della dottrina sociale della Chiesa. Si è poi parlato di “Cittadinanza attiva e risultati concreti” con Eugenio Ficorilli (Lions club Roma). Grande interesse ha suscitato l’intervento di Don Michele Murgia, parroco della chiesa di Cristo Risorto, «prete modello base e a chilometro zero», come ama definirsi, espressioni che denunciano la sua attenzione verso alcune tematiche legate alla dottrina sociale della chiesa, così come è contenuto nel libro “Pontificio consiglio di Giustizia e Pace” , di Giovanni Paolo II, argomenti condivisi da tutti a prescindere dalle professioni religiose.

Così come i Lions club che non privilegiano alcun tipo di appartenenza religiosa, un confronto tra “uomini liberi e laici”, una sfida che ha saputo cogliere Don Michele, perché come uomini liberi è possibile individuare il territorio comune alla dottrina sociale della chiesa, costruibile attraverso l’opera e l’impegno di tante altre istituzioni non religiose, che si attivano per il “bene comune”. Il suo intervento sulle “Concrete applicazioni della dottrina sociale della chiesa”, parte dalla meditazione sul visibile e l’indivisibile, sull’uomo piccolo e l’uomo grande, un rapporto che si è evoluto da 2mila anni fa ad oggi e che Don Murgia riassume in maniera didascalica:una riflessione per capire il terreno di conciliabilità che la Chiesa cattolica e gli stessi Lions possono riconoscere. Quel terreno è proprio quello dell’umano, visto laicamente, non come universale ma parziale, cioè appartenete solo ad alcuni aspetti dell’esperienza umana. La Sacra scrittura sulla meditazione che riguarda la società sottolinea come l’obiettivo dell’azione in campo sociale, in particolare dei fedeli laici, è quella di riprendere impulso affinché si realizzi il “bene”.

«Di fronte a Dio, l’umile trova la sua esaltazione e il potente la sua debolezza, un riequilibrio delle parti in cui non tutti accedono alle stesse risorse, e hanno le stesse occasioni – sostiene Don Murgia – e la dottrina della chiesa studia il perché uomini di qualsiasi professione religiosa spendano la propria forza in favore del misero». La ricerca di un equilibrio tra i più deboli e più forti, dove entrambi sono impegnati a realizzare lo stesso obiettivo: la giustizia e la pace. Punti centrali che si esprimono in un unico concetto espresso dalle Sacre Scritture: chiunque fa qualcosa ad un mio fratello più piccolo lo ha fatto a me. «L’uomo piccolo va rispettato in quanto piccolo – precisa il parroco - aiutato e valorizzato a diventare uomo nel suo piccolo, attraverso il riconoscimento di se stessi in lui, altrimenti si rischia di creare i cloni di una umanità fasulla». Un pensiero della dottrina sociale della Chiesa che respinge ogni chimera, frutto di una deviazione culturale che non fa parte dell’uomo. Al convegno era presente anche il vicesindaco Mauro Norcia.



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