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Enrico Muttoni 27 gennaio 2015
L'opinione di Enrico Muttoni
Tsipras e Davos, adelante si puedes
<i>Tsipras e Davos, adelante si puedes</i>

La vittoria di Alexis Tsipras alle elezioni generali in Grecia ha riacceso gli entusiasmi e rialimentato le speranze di molti. Soprattutto di coloro che si riconoscono come partecipi, sostenitori e militanti della sinistra tradizionale, quella di lotta e di governo, ammesso che esista ancora una sinistra riconoscibile come tale. Ai quali sostenitori si sono aggiunti gli insoddifatti e contestatori delle politiche governative, nazionali ed europee. Le elezioni greche sono arrivate giusto in coda al World Economic Annual Meeting di Davos, un luogo
molto popolare, in Svizzera, dove il piú povero arriva in elicottero.
Secondo quanto riferisce la stampa, questo congresso é terminato nella piú totale delusione, addirittura nello sconforto, a causa della assoluta mancanza di idee innovative per la conduzione dell'economia mondiale.

Il buon Tsipras avrá perció il suo da fare, se vorrá ridar fiato e salute alla sua Grecia, e servire da esempio alle economie dell'Europa meridionale, devastate come sono da una inarrestabile disoccupazione unita all'incapacitá di investire nelle risorse umane. Vorrei proporre a questo proposito qualche considerazione. Finita la seconda guerra modiale, in un'Europa ridotta in macerie, c'era solo da ricostruire: cosa che é stata fatta. Ricostruite le fabbriche, e riprese le
produzioni, il mercato era pronto a ricevere ogni sorta di bene di consumo: l'Europa produceva, e consumava. Dagli anni 60 in poi, i mercati, prima lentamente poi a ritmo sempre piú spedito, hanno rallentato.

Ognuno di noi puó verificare come, comprata la prima casa, la prima automobile, la prima dotazione di elettrodomestici, si é passati (non tutti, ma molti) alla seconda automobile, ad un televisore per stanza, alle seconde case, addirittura alle barche. Poi é arrivata l'elettronica di consumo, che ha rivitalizzato, per un poco, i mercati, saturandoli in breve tempo. Ora...Stiamo vivendo in un'epoca nella quale, se ci riflettiamo, abbiamo troppo di tutto. Troppe case, troppi veicoli, troppo abbigliamento, troppo cibo, troppi giocattoli (leggi:
smartphone & co.). Manca, fisicamente, il tempo per utilizzare pienamente ció che possediamo. É la condanna dei super ricchi: quelli che hanno tutto dappertutto, hanno peró solo 24 ore al giorno, e i loro beni, in molti casi, sono soltanto esibizione. L'economia di consumo é ad un punto di svolta. Non so chi abbia notato l'insuccesso di alcune novitá presentate come rivoluzionarie. Per esempio, il Segway, quel veicolo a due ruote affiancate sul quale si viaggia in piedi; oppure, piú di recente i Google Glass, un visore che, inforcato come un paio di occhiali, avrebbe trasformato l'utilizzatore in una sorta di top gun, sparandogli sulla retina un notevole numero di informazioni di ogni genere. Ma chi di noi ha il desiderio di trasformarsi in un top gun?

L'immane compito che attende Alexis Tsipras, e di chi vorrá emularlo, é quello di dare lavoro, e riavviare l'economia, producendo beni davvero utili e necessari. Non é semplice: a tutti é capitato, dovendo fare un regalo, l'imbarazzo di scegliere un dono per una persona "che ha giá tutto". Noi vecchi europei abbiamo giá tutto. Per disgrazia, chi non ha nulla, nel nostro e nel terzo mondo, non dispone nemmeno delle risorse per comprare il necessario. La vera rivoluzione, quando e se ci sará, dovrá essere culturale. L'umanitá dovrá essere educata a porsi la domanda: ma questa cosa che sto comprando, mi serve davvero? O il mio acquisto é solo una reazione ad uno stimolo pubblicitario, alla moda corrente, o ad una sorta di esibizionismo? La nostra societá,
costretta al rallentamento, deve imparare ad apprezzarlo, crescendo
culturalmente, nei singoli. E poiché la crescita culturale non é mai distinta dalla fatica dell'apprendimento, non sono da invidiare i politici che dovranno gestire questa situazione.

*Cittadino algherese
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