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S.I.
8 aprile 2015
Confcommercio avvisa: «Attenzione al pane precotto»
«Attenzione al pane precotto o surgelato che è possibile trovare in alcune forme di distribuzione commerciale e che arriva sulle tavole». Così il rappresentante della Confcommercio Secchi

CAGLIARI - «Attenzione al pane precotto o surgelato che è possibile trovare in alcune forme di distribuzione commerciale e che arriva sulle tavole. E' ben diverso dal pane fresco. Quello che si può fregiare di tale denominazione, infatti, è fatto la notte prima nei forni dai panettieri e viene venduto solo il giorno di produzione nei panifici o, imbustati e con l'etichetta sulla provenienza, nei supermercati». A lanciare l'allarme è il vice presidente nazionale della Federazione dei panificatori aderente a Confcommercio Sardegna, Gianpietro Secchi, che sollecita il Consiglio regionale ad esaminare e approvare al più presto la normativa regionale in materia di panificazione e pani tipici, presentata dal gruppo Pd, prima firmataria Daniela Forma.
«Si tratta di dare maggiore tutela al consumatore sotto il profilo igienico e sanitario – spiega Secchi – ma anche di fare chiarezza sulle modalità di vendita del prodotto, specificando e ribadendo quando è possibile utilizzare la denominazione pane fresco per differenziarlo da altri pani ottenuti con gradi intermedi di lavorazione (precotto e surgelato), concentrando anche l'attenzione sulle informazioni da inserire nell'etichetta, come ad esempio la provenienza del prodotto».
«E se in un momento di crisi il consumatore è più propenso a cercare il prodotto a bassissimo costo – osserva – occorre sottolineare che spesso questo va a discapito della qualità. E' anche una forma di tutela per i panificatori sardi – spiega – nell'Isola operano 1.050 panifici con circa 4.000 addetti ed un fatturato da 160 milioni l'anno, una vera e propria industria alimentare. Ebbene, mentre per altri settori importanti dell'economia isolana esistono leggi di settore – osserva Secchi – la panificazione è l'unico ambito che resta escluso da una normativa ad hoc: un vuoto che va assolutamente colmato».
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