red
25 settembre 2003
A Sassari il Convegno Internazionale sul Restauro
Il 26 e 27 settembre, presso l’Aula Magna dell´Università, si discuterà dei ruderi dell’antichità classica e delle teorie relative al loro restauro

Il Convegno Internazionale sul Restauro, ideato e organizzato dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici ed il Paesaggio di Sassari e Nuoro, con l´Ordine degli Architetti della Provincia di Sassari e la Facoltà di Architettura di Alghero, si raccorda con le iniziative della Soprintendenza Regionale per le Giornate Europee del Patrimonio, ed affronta il tema degli edifici ridotti allo stato di rudere. Si è scelto l´argomento del rudere in quanto i manufatti in rovina rappresentano un qualcosa che ha perduto le proprie potenzialità espressive, la propria funzione d´uso, e per cui non sempre è possibile far tornare indietro la "freccia del tempo" con operazioni di ripristino dettate da sentimenti nostalgici. Cesare Brandi, uno dei massimi pensatori e teorici del restauro del XX secolo, sosteneva giustamente che il rudere rappresenta il caso-limite ed il caso-estremo in cui le due ragioni, le due "istanze" fondamentali che sottendono il restauro, quella estetica e quella storica, coincidono.
Il Convegno non riguarderà solo il rudere dell´antichità classica: possono esservi, infatti, ruderi post-classici, medievali, rinascimentali e anche moderni (si pensi a molti edifici cosiddetti di "archeologia industriale" che sono estremamente degradati). Nell´incontro, che per la prima volta in Sardegna vede la presenza anche di esperti internazionali (dalle Università di Valladolid -Spagna- e di Atene -Grecia-), saranno a confronto le differenti "Scuole" di pensiero italiane del restauro, da quelle più propense alla "Conservazione pura" o "assoluta", che non vogliono cancellare le tracce fisiche del passaggio del tempo sugli organismi architettonici, a quelle che ritengono lecite reintegrazioni o anche ricostruzioni parziali per motivi statici o legati all´uso.
In Sardegna il tema del rudere è particolarmente sentito, e la Soprintendenza per i Beni Architettonici di Sassari e Nuoro sta procedendo, tra i molti lavori, per due casi particolari con metodologie differenti, sperimentali, ma entrambe con una propria coerenza interna: a Santa Maria di Iscalàs (Osilo), dove la chiesa in rovina è stata sobriamente integrata con materiale compatibile analogo a quello originario, e a Sant´Andrea ad Orani, dove le volte crollate verranno riproposte con una operazione di restauro "mentale" o "evocativo", con segni leggeri, quasi "a fil di ferro".
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