A.B.
20 aprile 2015
Maialino sardo all´Expo: l´Aduc non ci sta
«La peste suina c´è, ma non durante la kermesse. Il ministro Lorenzin sbaglia», dichiara l´Associazione per i diritti degli utenti e consumatori: «deroga maialino sardo amara e triste»

CAGLIARI - Prime polemiche dopo l'ok ufficiale del Governo, grazie ad una delega speciale, al maialetto sardo all'Expo di Milano. A contestare il ministro della Salute – come sottolinea l'agenzia di stampa “Dire” - è il presidente dell'“Aduc- Associazione per i diritti degli utenti e consumatori” Vincenzo Donvito, che in una nota si scaglia contro la decisione del Ministero presieduto da Beatrice Lorenzin.
«La peste suina (non nociva all'umano) che infetta i maiali della Sardegna è una costante che, da tantissimi anni, non viene mai risolta - spiega Donvito - le aziende sarde del settore se ne lamentano, visto l'embargo per tutto ciò che dall'Isola potrebbe uscire, per i danni da mancata esportazione e per la falcidazione degli animali, mentre la Comunità Europea è arrivata anche a minacciare il commissariamento se non si trova una soluzione». Ma ora «c'è l'Expo, e uno dei piatti tipici nazionali è il porcetto sardo, che fino ad oggi era vietato e sarebbe stato strano il contrario», continua Donvito, ricordando che «si è anche costituito un comitato per il traghettamento di questa specialità gastronomica, nonchè richieste parlamentari dei vari deputati interessati all'economia e alle tradizioni dell'Isola. E cosa accade? E' arrivata la deroga. I gruppi di pressione ce l'hanno fatta e il ministro della Salute ha dato il proprio benestare. I curiosi e i turisti del cantiere Expo, potranno stare tranquilli. Potranno gustare i maialini precotti - continua ironico il presidente Aduc - A parte la presunta bontà di un cibo precotto (opinione tutta personale dello scrivente), quello che ci preme evidenziare è il metodo utilizzato, ovvero la deroga. La malattia che defalca i suini, per quei giorni e in quelle date non esisterà affrontare il problema? - si chiede Donvito - troppo facile».
Semmai, insiste il presidente Aduc, la deroga «andava fatta qualche anno fa, quando già si sapeva che c'era l'Expo e non solo. E, come accade in modo diffuso nel nostro Stivale isole comprese, tutti hanno continuato a dimenticarsene o a fare e prendere iniziative di routine per dire che c'erano e facevano qualcosa, e siamo arrivati alla vigilia, dove, oltre al divieto, ci può essere solo la deroga». Ma ora «cosa succederà, ammesso e sperando che questa deroga non rechi i danni che da decenni si paventano impedendo l'esportazione dall'Isola verso il continente? Siamo catastrofisti - domanda Donvito - se diciamo che tutto tornerà come prima, e alcuni autorevoli sponsor della deroga continueranno a fregarsene? Aspettiamo, fiduciosi, di essere smentiti, ma ci rimane (senza possibilità di smentita) l'amaro e la tristezza per la politica delle deroghe, in cui c'è tutto il nostro Stivale isole comprese, la sua cultura, la sua politica, la sua economia, la sua tradizione e il suo futuro».
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