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Raffaele Cadinu 20 aprile 2015
L'opinione di Raffaele Cadinu
Il topolino ha partorito la montagna
<i>Il topolino ha partorito la montagna</i>

Il detto dice che la montagna ha partorito il topolino, ma in questo caso trovo più appropriato modificare il detto, poiché rosicchiando rosicchiando il topolino ha iniziato a farsi la tana in una grotta. Tempo fa scrissi due righe sul Piano del Parco di Porto Conte, e qualcuno si risentì poiché misi allo scoperto le mire, che si sono materializzate con il regolamento del Parco di Porto Conte, in discussione nell'assemblea in questi giorni. Credo che tra il problema delle posidonie e la radiofrequenza dell’antenna di Sant’Agostino, l’attenzione dei Consiglieri Comunali sia stata sufficientemente deviata, per permettere un tentativo di scippo tanto oltraggioso quanto arrogante e codardo. Mi spiego meglio: ho letto il regolamento del Parco di Porto Conte, del quale farò a breve un esauriente riassunto nelle sedi opportune, e tra gli articoli ho letto una cosa che mi ha fatto trasalire: precisamente il punto 8 dell’art. 23 del regolamento del Parco Regionale di Porto Conte. Tale articolo recita: "al fine di promuovere un utilizzo a scopo turistico compatibile con il mantenimento del loro valore patrimoniale, il Parco assume la gestione delle grotte turistiche di cui all’allegato I del presente regolamento".

Ciò significa che l’Assemblea, cioè i consiglieri comunali, nel momento in cui approva il predetto Piano del Parco, cede all’Azienda Regionale Parco di Porto Conte la gestione delle Grotte di Nettuno, della Grotta Verde e di tutte le altre grotte insistenti nell’ambito del Parco. Nel medesimo tempo il Comune di Alghero perde gli introiti derivanti dalla fruizione delle Grotte stesse. Ma chi ha partorito il Piano del Parco direte voi? Eccone alcuni: Il Dott. Vittorio Gazale attuale Direttore sino a novembre; il Prof. Nicola Sechi esperto di Acque e della laguna del Calich, che però chiama Stagno, già responsabile del settore acque e ambiente per conto della Sogesid del Piano Stralcio di Bacino, quello che ha previsto lo sversamento dei reflui depurati di Sassari al Cuga e da questo alla laguna del Calich, che però lui chiama Stagno; il Prof. Giovanni Macciocco, emerito Preside della facoltà di Architettura, già progettista del teatro del forte della Maddalenetta di Alghero, verosimilmente chiuso per problemi legati all’impossibilità di ottenere il certificato di agibilità per difficoltà forse progettuali, costato diverse centinaia di migliaia di euro e inutilizzato da anni; il Prof. Antonio Torre noto Toni, esperto di uccelli e consulente del Parco Geominerario, altro mostro burocratico, secondo me inutile, che ha fagocitato tutto il promontorio di Capocaccia sino a Porto Ferro, solo per il fatto che secondo qualcuno la Ghiscera (le gessiere), dovrebbe essere una miniera da bonificare o da mettere in sicurezza.

La storia è semplice, piano piano e in silenzio, come formichine laboriose dentro il formicaio, i predetti hanno avuto l’incarico dal 2009, per redigere il Piano del Parco, necessario per far gestire, mimetizzati dietro la scrivania dei dottorati e della scienza e con la discrezionalità propria delle regole burocratiche, un territorio che è di tutti e non di pochi eletti. Mi sono chiesto se è possibile che i propositori dello sversamento delle acque depurate di Sassari al Cuga possano, anche solo moralmente, predisporre divieti ambientali che contemplino il colore di un fabbricato in agro o che impediscano la realizzazione di pozzi per l’acqua, o abbiano il diritto di far gestire le Grotte di Nettuno a terzi, nonostante sia patrimonio storico, culturale e Brand, per dirla in inglese, solo ed esclusivamente del Comune di Alghero? Mi aspetto un intervento forte e risolutivo almeno dal responsabile del Demanio del Comune, cioè dall’Assessore Lele Salvatore dell’Udc, intervento che dovrà rimarcare l’assoluta e rigorosa replica a questo scippo, che non può trovare appiglio ne nelle maggioranze ne nelle minoranze.
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