Luciano Uras
30 aprile 2015
L'opinione di Luciano Uras
Con questi dati sui disoccupati nessun festeggiamento
Il primo maggio dovrebbe essere la Festa del lavoro e dei lavoratori, ma i dati Istat sulla disoccupazione non consentono nessun festeggiamento, perché disoccupati, lavoratori in cassa integrazione, in mobilità, o addirittura fuori da ogni copertura di ammortizzatori sociali, non fanno che aumentare in maniera esponenziale ogni trimestre. Il Governo, con il Job Act, ha affrontato il problema del lavoro nel modo più sbagliato: a colpi di decreto.
Avrebbe dovuto invece predisporre una vera programmazione economica, fondata sulle vocazioni manifatturiera del nostro Paese, sulle sue risorse produttive naturali, ambientali e culturali. Avrebbe dovuto varare un piano straordinario per la manutenzione del territorio, per il contrasto al dissesto idrogeologico.
Invece, tutto questo resta sullo sfondo e si affida il futuro alle variabili incontrollabili dell'andamento del prezzo del petrolio e del valore dell'euro. Permane una subalternità totale alla visione speculativa e finanziaria dell'economia internazionale, con il risultato che a pagare il prezzo più alto sono sempre i soliti noti: lavoratori giovani e meno giovani, donne, il Mezzogiorno e l'intera società italiana del disagio e della sofferenza.
* senatore di Sel
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