Gavino Sale
15 maggio 2015
L'opinione di Gavino Sale
Inceneritore Tossilo, il vecchio che avanza
Più volte iRS ha sottolineato che, prima di ogni linea di intervento in materia di governance dei rifiuti, sarebbe stato necessario redigere il Piano Regionale dei Rifiuti in modo da identificare le linee programmatiche utili al fine di seguire le direttive dell'Ue la cui tendenza è dismettere i termovalorizzatori. La Regione ha deciso di investire 40 milioni di euro di soldi pubblici per un impianto che non potrà andare in funzione prima di qualche anno e che rappresenta una tecnologia ormai in fase di superamento per quanto riguarda la gestione dei rifiuti.
Un esempio virtuoso di smaltimento dei rifiuti ci viene fornito dal Consorzio Priula che oggi gestisce l'intero ciclo dei rifiuti urbani di 25 Comuni della provincia di Treviso attraverso la propria società Contarina Spa. Il territorio servito è di 696,18 km2, per un totale di circa 158.000 utenze e 331.000 abitanti. Il sistema utilizzato si caratterizza per la raccolta porta a porta spinta e per la tariffa a commisurazione puntuale. La gestione è pubblica. Ad oggi la raccolta differenziata è all'85% con l'obiettivo di raggiungere quota 92% riducendo drasticamente il secco da bruciare. Ci chiediamo perché la Giunta non punti su questo tipo di politiche pubbliche con investimenti di medio-lungo periodo che possono avere importanti ricadute occupazionali sul territorio. 100.000 mila tonnellate di rifiuti inceneriti generano in media 40 posti di lavoro. La stessa quantità, se reciclata, produce una media di 250 posti di lavoro.
La scelta di realizzare l'impianto di termovalorizzazione a Tossilo non è solo economica ma delinea anche un modello di sviluppo diverso da quello sostenuto da iRS che al contrario è basato sulla partecipazione attiva dei cittadini alla tutela dell'ambiente, sullo sviluppo sostenibile orientato verso un'economia circolare e condivisa, sul ricreare un senso di comunità attraverso le pratiche del riuso dei materiali e della raccolta differenziata, così come previsto nella strategia Zero Rifiuti. Il riciclo dei rifiuti è centrale nelle politiche ambientali in quanto non è confinato solo alla "gestione" ma contribuisce in maniera sostanziale alla eco-efficienza del sistema, ai consumi energetici, alla creazione di un indotto, alla nascita di nuove forme di Welfare e all'internazionalizzazione dell'economia grazie al recupero delle materie prime e seconde la cui disponibilità è oggi fondamentale per una pluralità di settori industriali in tutto il mondo.
Infatti il processo di globalizzazione ha portato allo sviluppo di nuovi mercati caratterizzati da ingenti livelli di richiesta di tali risorse (pensiamo ai materiali contenuti nei Pc e smartphone che possono essere riciclati e rivenduti). Le opportunità connesse all'intercettazione di questa domanda nei paesi emergenti possono essere efficacemente colte solo attraverso un significativo aumento della capacità di riciclo dei paesi occidentali che spesso già posseggono le tecnologie per dar vita a questo nuovo mercato. Perché non si è pensato di investire in settori come questo che garantirebbero occupazione. crescita, inclusione sociale e sostenibilità socioambientale? iRS continuerà la sua battaglia per far sì che si trovi un'alternativa all'inceneritore e propone che ogni decisione riguardo la nuova linea di termovalorizzatore venga vincolata alla preliminare e definitiva definizione del Piano Regionale dei Rifiuti che programmi la futura governace dei rifiuti in Sardegna.
*Per iRS
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