S.I.
3 luglio 2015
Da Cagliari no al superamento di Sel
Documento ufficiale di Sel Cagliari circolo Sergio Atzeni sulla situazione politica nazionale, il partito e il suo futuro. Ciò a seguito delle ultime voci e sviluppi riguardo la forza politica di sinistra.

CAGLIARI - Documento ufficiale di Sel Cagliari circolo Sergio Atzeni sulla situazione politica nazionale, il partito e il suo futuro. Ciò a seguito delle ultime voci e sviluppi riguardo la forza politica di sinistra. «Al nostro circolo di Sel Cagliari, tra le molte decine di iscritte e iscritti, aderiscono il Sindaco Massimo Zedda, il Senatore Luciano Uras, il consigliere regionale Francesco Agus, l'assessora regionale alla cultura Claudia Firino, i consiglieri comunali di Cagliari Sergio Mascia, Francesca Ghirra, Sebastiano Dessì e la consigliera comunale di Settimo San Pietro Elisabetta Milia».
Riteniamo che l'ordine del giorno dell'assemblea nazionale dell'11 luglio 2015, “dopo le regionali verso il soggetto della nuova sinistra”, vada ritirato. Non ci risulta di essere stati coinvolti in alcun dibattito interno che portasse - prima ancora che del “come” - a discutere del “se” andare verso un nuovo soggetto della sinistra. Siamo contrari a qualunque scelta non ci veda coinvolti in un dibattito libero e democratico con tutte le iscritte e gli iscritti, e riteniamo che una decisione come quella che si evince dall'odg – ovvero lo scioglimento del partito al quale siamo decisamente contrari – abbia dignità congressuale.
«Con il nostro 4,5% siamo il quinto partito italiano. In Sardegna e a Cagliari abbiamo prodotto buona politica e espresso una classe dirigente in grado di attirare consenso. Non siamo disposti a consegnare quanto costruito in questi anni alle decisioni elitarie di pochi dirigenti, non siamo disposti a sacrificare tutto il lavoro fatto solo in ragione dell'uscita di Civati e Fassina dal PD».
Sinistra Ecologia Libertà non ha perso la spinta. Crediamo che Sel abbia perso la volontà di crescere, di strutturarsi, per responsabilità che vanno analizzate e sanate. Non certo nostre, se non in quota parte, non certo della base che oggi viene investita non delle scelte, ma dalle scelte.
E se pure abbiamo sempre saputo che il nostro partito è un seme destinato a morire per far nascere una pianta, sappiamo anche bene che la pianta che abbiamo deciso di far nascere nel 2010 era l'unione dei democratici, dei progressisti, degli ecologisti, dei libertari, ecc.
E' possibile costruire oggi quell'unione? No. Ma questo non ci autorizza a buttare il seme per sostituirlo con un bonsai.
La nostra posizione è che si debba tenere il seme: il nostro partito. E prendendo atto che la pianta, quella decisa nel 2010, è ancora un po' lontana dal poter nascere, curarlo meglio e innaffiarlo di idee, di competenze, di politica. Dobbiamo costruire con decisione il nostro partito, diffonderlo, radicarlo come strumento politico per affrontare l'oggi e le scelte future.
«E dobbiamo dire no a tentazioni minoritariste di superamento del centrosinistra. Non è questa la nostra vocazione, non è per questo che siamo nati e non vogliamo tornare indietro. Col centrosinistra governiamo, spesso con risultati positivi come quelli di Cagliari, numerosi enti locali e regioni. Con il centrosinistra siamo l'argine democratico alle spinte feroci dei populisti, degli xenofobi, degli omofobi, di chi tenta costantemente di attentare alla democrazia e alle libertà di questo Paese».
«Vogliamo che il nostro partito continui – meglio – a produrre buona politica e ritrovi la volontà di crescere, con tutti i rischi che comporta: la messa in gioco delle posizioni, anche elettive. Per questo chiediamo che l'ordine del giorno dell'assemblea dell'11 luglio venga cancellato. Non accettiamo che si dia per scontata la decisione di andare “dopo le regionali verso il soggetto della nuova sinistra”. Non ne abbiamo discusso e ne siamo fermamente oppositori.
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