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Daria Chiappe 18 luglio 2015
Dal Teatro al mondo: l’addio di Sylvie Guillem
L’ultima danza della famosa ballerina, giunta al termine della sua brillante carriera, è andata in scena al Teatro Lirico di Cagliari, tra gli applausi e le lacrime del pubblico. Questa sera (in replica domani alle 21) a solcare il palcoscenico il ballerino Roberto Bolle
Dal Teatro al mondo: l’addio di Sylvie Guillem

CAGLIARI – Un addio è pur sempre un addio e quello a Sylvie Guillem è stato malinconico come tante altre grandi uscite di scena. Porgere l’ultimo saluto alla splendida ballerina, ha significato infatti per molti perdere una preziosa guida, una bussola semplicemente da guardare per capire esattamente dove andare, e tutte quelle sicurezze che solo un grande maestro è in grado di trasmettere. In un misto di tristezza e ammirazione quindi l’eco mondiale dell’addio di Sylvie Guillem ha rimbombato anche in Sardegna, dove mercoledì scorso la ballerina ha danzato al Teatro Lirico di Cagliari, nello splendore dei suoi cinquant’anni.

Un’ultima danza immediatamente diventata ricordo, non solo perché coincidente con l’atto finale di una carriera brillante, durata ben 39 anni, ma anche per la sua bellezza. A renderla memorabile il coreografo Mats Ek che ha firmato il pezzo di chiusura dello spettacolo, “Bye”, riuscendo a tradurre in danza ed immagini lo stato d’animo di un’artista giunta al termine della sua corsa, divisa quindi tra la voglia e la paura di cambiare vita. Decentrato, sul fondo del palcoscenico, uno schermo bianco, simile ad una finestra sul mondo interiore di Sylvie Guillem e simile ad una porta di passaggio tra il teatro e la realtà esterna. Porta dalla quale dapprima i passanti scorgono la ballerina danzare sulle note di Beethoven e dalla quale poi la solista esce per perdersi definitivamente tra la gente. Una codificazione muta questa, pensata per riuscire a raccontare la scelta, seppure sofferta, dell’artista di voler chiudere la propria carriera ancora amandola e di voler cambiare direzione con orgoglio.

A precedere tale toccante momento, tre altri omaggi danzati dove la protagonista ha ballato sola (“Technê” di Akram Khan”), in coppia con Emanuela Montanari (“Here & After” di Russell Maliphnat”) per poi lasciare spazio ad un duo maschile, interpretato da Brigel Gjoka e Riley Watts (“Duo2015” di William Forsythe”). In totale quattro differenti coreografie accomunate dalla predominanza del corpo, capace di danzare indipendentemente dalla musica per poi armonizzarsi con essa ed esaltarla, e dal linguaggio contemporaneo. A chiudere lo spettacolo poi la sonorità tipica di ogni Teatro: quella degli applausi del pubblico, immancabilmente in piedi per onorare chi, soddisfatta del proprio percorso, aveva paura di danzare troppo. Applausi stavolta accompagnati dalle ultime adulazioni gridate ed anche dalle lacrime di chi l’ha amata e mitizzata. Per ora Sylvie Gulliem proseguirà nel suo saluto al mondo, per poi intraprendere un altro viaggio, quello della vita e del ricordo.

Nella foto: Sylvie Guillem in un momento dello spettacolo



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