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Luigi Coppola 2 settembre 2006
Carmen Consoli chiude alla grande il Festivalguer 2006
Circa duemila spettatori incantati dall’ironia e sensualità del narciso etneo. Il pubblico meno numeroso, per il concerto più bello della rassegna musicale algherese 2006. Nella band lo storico gruppo catanese dei Lautari e lo splendido violino di Adriano Muraria
Carmen Consoli chiude alla grande il Festivalguer 2006

ALGHERO – Le “Parole di burro”, sciolgono l’umido, nella notte di stelle, abbracciando i partecipanti in emozione totale da “…Ultimo bacio”. Cronaca di un sontuoso pasto caldo in una misera tavola dal gelo intenso. Quando la musica assolve oltre la sua funzione mitigando l’animo stanco di chi vi ricorre e riconciliato, riprende il cammino. Succede ad Alghero nell’ultimo gran concerto Festivalguer 2006. A chiuderlo nel migliore dei modi è una superba Carmen Consoli, non più emergenza ma eccellenza matura nel proscenio musicale internazionale. Alle 21,30 il monovolume scuro avanza sin dentro il back stage del palco. Una decina d’irriducibili in spasmodica attesa, si scatena con i flash dei videofonini. ..Carmen – Carmen..”, l’urlo per un saluto fugace. Il sorriso veloce e schivo della minuta ragazza sicula è già un bel souvenir da portare a casa. Ultimo giro armonico con la band che l’attende ed occhio all’umidità della notte in aumento: minaccia e terrore per ugole delicate. Non quelle di Carmen: le sue corde vocali irrompono con la massima energia alle 21,50. In un top smanicato scuro, pinocchietti jeans e zatteroni neri la Consoli attacca “Tutto su Eva”, primo brano in scaletta, tratto dal suo ultimo lavoro edito lo scorso maggio (“Eva contro Eva”), stabilmente posizionatosi ai primi posti negli hit nazionali. “…Guardami negli occhi, spogliati da ogni falsità..” recita il testo duro, sulle note basse che distorcono più di un passaggio. Allungata la coda al brano, risettati gli strumenti per una prova in diretta: si riparte con “Fiori D’arancio”. I testi dei brani evocano legami affettivi, legati alla terra natia, emergente in tutto lo spettacolo. Nel nuovo album che presenta in tournee, la Consoli s’affranca dalle contaminazioni rock, tipiche d’oltreoceano, per approdare in suoni forti legati all’area mediterranea, con un accento etnico che lega bene testo e musica. Sul palco la band di nove elementi si compone di due gruppi. Gli storici Lautari, amici catanesi di lungo corso che hanno sviluppato una rigorosa ricerca della tradizione siciliana, sono: Puccio Castrogiovanni (xantur, fisarmonica, friscaletto, marranzano e tammorra), Enrico Luca (il suo flauto traverso è dolcissimo, ricorda quello dei Jetro Tull nelle sezioni rock), Daniele Zappalà (tromba e bombardino), Salvo Carruggio (percussioni). Bravissimi i musicisti; da ricordare la splendida coppia alle corde: il magico mandolino di Massimo Roccaforte e l’eccelso violino di Adriano Muraria: si scatena un’apoteosi nell’esecuzione di Venere. Da questo brano in poi, tutti in piedi sino al termine a ballare e saltare con Carmen, vera pantomima sensuale dall’animo dolce rock. L’ultimo concerto di stagione al Maria Pia vede una cornice di pubblico meno numerosa (si nota il controesodo vacanziero che attesta circa duemila presenze) per lo spettacolo più bello della rassegna. Sicuramente per quanto concerne il coinvolgimento del pubblico, letteralmente trascinato dalla voce sicula. I testi, spesso ai limiti del delirio mistico (“Geisha”, “Fino all’ultimo”) che sublimano i colori Verghiani di casa, richiamano un altro grande autore, consumatosi anch’esso nell’altro grande spettacolo sullo stesso palco, lo scorso mese, il vicino Franco Battiato. “Signor Tentenna”, tratto dall’ultimo album, dipinge un affresco contemporaneo, spietatamente reale nella storia della famiglia contemporanea. Nulla dei suoi gesti, delle sue parole o danze è andato perso nello show, se non le tante mollette che riuniscono o lasciano, secondo il momento, la bellissima chioma corvina. E’ semplicemente genuina, quando vicino al termine, ringrazia: “…è enorme la gioia che proviamo qui in questa città dal dialetto catalano. Spero di essere stata un ospite garbato…” Più che garbata, come tutte le sue coetanee che l’hanno acclamata più di una star, la Consoli ha fatto una grande interpretazione, producendo un attaccamento forte ai suoi motivi. C’è lo spazio etnico, cantato insieme ai Lautari per “Malarazza”, ballata dialettale che narra la schiavitù del lavoro nero in Sicilia. La standing ovation è la firma per una vocalist di casa nostra che nulla ha d’inferiore, alle blasonate d’oltreoceano. Continuano i bis: “Le parole di burro” ripetono …Conquistami…Carmen ha conquistato tutti.
13/9/2025
Alle ore 18.30 si comincia con una degustazione di vini comprendente 3 calici selezionati e un buffet con sapori del territorio. Alle ore 19.30 poi, le note prenderanno vita tra corde, delicata elettronica e paesaggio sonoro. Info e prenotazioni: 3426476726 e 3201470339



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