S.A.
31 luglio 2015
Notti di jazz a Cala Gonone: concerti
Romeo Scaccia lascia il pubblico attonito ed esultante. Sabato Campaner e Mozdzer esplorano le pietre di Sciola

CALA GONONE - La sensibilità dell’animo di Romeo Scaccia al Teatro Comunale di Cala Gonone, giovedì, rievoca la tenerezza delle nenie della nostra infanzia e così presenta il suo primo pezzo, nient’affatto ingenuamente, tralasciando però quella lineare e rassicurante modulazione alla quale ci siamo tenacemente aggrappati tutta la vita. La versione di Romeo Scaccia è tutt’altro che ordinaria, gli aspetti onirici e diversificati dell’esecuzione sono caratterizzanti, tratteggiano il pianista e lo rendono riconoscibile, così come lo sono i brani classici sotto le sue mani frenetiche, poderose, creative, multifunzionali.
Lascia che il pubblico comprenda, intervenga, improvvisi e si diverta con le sue sorprese e movenze, ma non per questo può e deve essere considerato puro intrattenimento: l’intreccio complesso e proteiforme può scaturire solo da chi la musica la conosce come fosse quella scarpa tanto amata quanto usurata, un prolungamento di noi stessi senza il quale ci sembrerebbe di limitarci e tarpare la nostra unicità. Da Gershwin a Scrjabin, passando per la Lady Day, la musica funky e le scale arabe, i grandi compositori e interpreti del ‘900 si piegano sotto le dita di questo nuovo mostro sacro della fusion.
All’Acquario, Paolo Carrus si presenta con spirito affabile e modesto, nonostante l’esperienza trentennale, ma con ironia e un atteggiamento pacato e persuasivo, ha dato il via alle danze, il blues non aspetta e tra le mani del trio fiorisce e si fa apprezzare, rendendo il crepuscolo di Cala Gonone un interludio romantico in attesa di emozioni nuove. Il venerdì alle Grotte del Bue Marino la potente voce tra le più quotate del panorama jazz contemporaneo italiano e internazionale la poliedrica e stupefacente: Cristina Zavalloni. All’Acquario (ore 19,00) e annuncia l’arrivo della caldissima notte, presa per mano in questa prima parte della serata dall’Andrea Angiolini Sextet con un tributo al leggendario compositore e pianista Tommy Flanagan.
La notte del Teatro, alle 22, si anima di presenze note al festival, di stimati artisti e grandi maestri. Antonio Ciacca torna a dirigere musicisti in ascesa e talenti nostrani: il CGJ Collective. Un concerto permeato di simboli e grande jazz, un omaggio alle voci mitiche di Billie Holiday e Frank Sinatra interpretati, senza reiterazioni banali, con vena originale e istrionica da Lutalo “Sweet Lu” Olotusin e Alice Ricciardi. Sabato mattina, ore 11,30: Tales for a Lady Day. Nella prima giornata di agosto, nel mese più caldo, le grotte ci rinfrancano e fanno da sfondo a un disegno particolareggiato e vivo di Billie Holiday in un omaggio in cui sono descritti l’amore, la sofferenza, l’eleganza, la trasgressione, il mito e la quotidianità di una delle voci più importanti del secolo scorso. Tales for a lady Day un tributo alla cantante tratto dal song-book internazionale: da Juliette Greco a Claudio Monteverdi, da Manuel Serrat a Sergio Endrigo. Il quartetto capitanato dal contrabbassista milanese Fabrizio Fogagnolo, curatore degli arrangiamenti insieme a Battista Giordano, comprende la cantante Maria Lapi, Giordano alla chitarra e Alberto Pederneschi alla batteria, unitamente al Karel Quartet (Alessio de Vita, violino primo; Alessandra Cocco, violino secondo; Giovanni Nuciarelli, viola; Gianluca Pischedda, violoncello).
Una serata particolarmente stimolante quello del sabato dell’Acquario. Seguendo il trend accomodante della promozione di musica intesa come espressione più vitale e libera, formula di creatività e ringiovanimento dell’animo, l’associazione Intermezzo lancia il progetto CGJ Caravan, un prodotto che non subisce la predeterminazione dell’accademia come unico luogo della sortita dell’arte, ma verranno selezionati spiriti affini durante i giorni della manifestazione. Insieme ai giovanissimi Swing Bross System, quattro fratelli polistrumentisti e simbolo della nuova musica itinerante, con commistioni gipsy, vocal e American jazz -nonché musica dell’est Europa- la jam session si svilupperà grazie all’improvvisazione e lo sconfinato amore per la composizione e gli strumenti.
Un sabato non convenzionale al teatro di Gonone con The Heart Of Stone. Abbiamo avuto modo di valutare l’esito dell’incontro tra due personalità brillanti, estrose, duttili e geniali nell’approccio alla grande sfida della sovrastruttura pianistica. Leszek Mozdzer e Gloria Campaner hanno saputo stupire il pubblico al festival del 2014 e con grande entusiasmo i critici li hanno promossi a coppia ben assortita e ponte di universi solo apparentemente distanti. Grazie a questa commistione fortemente cercata dalla pianista veneta e promossa con ammirazione e meraviglia per la magia dei suoni delle pietre dello scultore Pinuccio Sciola, i due scoprono un nuovo modo di esaltare e giocare con le potenzialità racchiuse in questa tangibile rappresentazione dell’arcaicità, sintetizzandoli ed riemettendoli con l’ausilio del mezzo a loro più congeniale, la tastiera.
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