ALGHERO - Nei giorni in cui ad Alghero e nel resto della Sardegna si parla di sanità per la proposta del nuovo piano regionale, si alza il coro di proteste per i lavori ancora non terminati in Ginecologia e Ostetricia dell'ospedale Civile. Sono diverse le donne che hanno contattato la redazione del
Quotidiano di Alghero per lamentare i disagi di un reparto agibile solo per metà dei suoi spazi e con evidenti carenze strutturali, oltre che estetici (vedi pavimentazione). «Non c'è privacy in un momento delicato come il post-parto, nè è facile condividere la propria gioia con qualcuno che è ricoverato spesso per motivi opposti alla nascita» dice una neo mamma che preferisce restare anomina.
Nonostante l'attenzione del personale a fare una selezione "emotiva" nelle stanze, il problema esiste e prosegue ormai da anni. Tre sono ormai passati dalla chiusura del Nido: il simbolo è quel muro "impenetrabile" agli sguardi e alle emozioni. Eppure non sono mai mancate le iniziative per accendere l'opinione pubblica e le istituzioni sull'argomento: un comitato nel 2010 aveva portato avanti per mesi un sit-in all'esterno del nosocomio [
LEGGI]. A quei tempi non era possibile nemmeno partorire, poi la situazione si era sbloccata ma solo in parte visto che il cantiere non è mai stato portato a termine. Promesse e incompiute fino ai nostri giorni.
Un vero peccato per un reparto ben organizzato e guidato dal primario Giovanni Urru che aspira a avere un centro per il parto analgesia dal 2016. Un risultato che porterebbe con ogni probabilità il numero dei nati alla soglia dei 500, il limite minimo indicato dal Ministero della Salute. Nell'ultimo anno ci si è fermati a poco meno che 400. Intanto L'Azienda Sanitaria Locale contattata da
Alguer.it riferisce che «il cantiere ha le settimane contate. A settembre sarà conclusa la nuova Ginecologia e a seguire il nuovo punto nascita che potrà essere terminato entro l'autunno». La speranza è l'ultima a morire, in questo caso a nascere.