A.B.
7 settembre 2015
La storia dell´Asinara per conoscere Stintino
Presentato sabato il quinto volume della collana Il tempo della memoria. Durante gli Incontri stintinesi, è stato consegnato il premio Stintinese doc alla famiglia Azzena. Presentati anche i volumi Stintino nello sguardo etnografico di Enrica Delitala e la guida su Stintino

STINTINO – Storie di pastori, pescatori, torrieri ed allevatori di cavalli sull'Asinara, visti attraverso documenti inediti che raccontano un secolo di vita sull'isola, dal 1703 al 1799. È il nuovo libro “Il tempo della memoria 5, storie, leggende, documenti di Stintino”, che è stato presentato sabato sera, in occasione dell'appuntamento “Incontri stintinesi”. La presentazione era inserita nella manifestazione che ha visto il Comune di Stintino ed il “Centro studi sulla civiltà del mare” attribuire alla famiglia Azzena il premio “Stintinese doc”, per aver contribuito allo sviluppo del paese ed aver dato il via ad una prima forma di turismo nel paese. Il premio è stato consegnato nelle mani del decano della famiglia, Pasquale Azzena.
Il nuovo libro scritto dal sindaco di Stintino Antonio Diana è il quinto della serie “Il tempo della memoria” e questa volta si concentra esclusivamente sull'isola dell'Asinara. D'altronde, è proprio da qui che gli stintinesi traggono le loro radici e proprio a quelle famiglie, i nomi delle quali si trovano tra i 45 nuclei fondatori di Stintino, l'autore arriva nell'ultima parte del volume. A ricordare, da una parte, i profondi legami tra l'Asinara e la Sardegna nord-occidentale e, dall'altra, a proseguire quel «cammino per il recupero della memoria», che deve richiamare alla mente «personaggi, fatti, storie che offrono ai giovani materiali da custodire gelosamente nel cuore». Ed il libro sembra ruotare proprio attorno al 1801, alla nascente Cala d'Oliva. «Sono questi aspetti – ha spiegato Mario Dossoni durante la presentazione – che danno una chiave di lettura e fanno pensare a questo lavoro, e quelli che sono venuti prima, come una sorta di storytelling. Il suo diventa un discorso narrativo che rende riconoscibile e conoscibile il vissuto di una comunità». Giancarlo Zichi, che ha anche curato l'introduzione del volume, ha sottolineato che «il quadro storico ha come fulcro privilegiato gli abitanti dell'isola, i pastori in particolare. A questi Antonio Diana rivolge particolare attenzione, evidenziando non solo le loro condizioni misere, ma anche il loro stato di instabilità nel territorio dell'isola».
Nel libro, con il contributo del saggio della storica Marisa Porcu Gaias, si parla della visita pastorale dell'arcivescovo Giuseppe Sicardo nel 1703, delle ispezioni delle torri e della relazione dell'ingegnere militare De Vincenti, tra il 1720 ed il 1721. Un accenno particolare è fatto al tentativo, da parte dei fratelli Velixandre, di far diventare l'Asinara una colonia agricola. Tentativo che, in un primo momento, vide una vera e propria cacciata delle famiglie dei pastori, costrette a cercare una nuova “residenza” nella Nurra. Quindi le promesse, i mancati indennizzi e, infine, il loro ritorno sull'isola dopo il fallimento dei Velixandre ai quali il re Vittorio Amedeo III revocò la concessione. Quindi, ancora il feudo del marchese di Mores. che diventa duca dell'Asinara. «Nel 1799 – scrive Diana– sull'Asinara vivevano 20 famiglie: alcuni cognomi – Stacca, Maddau, Zirulia, Diana e Scano – sono quelli che ritroviamo nel secolo successivo fra i nuclei storici che hanno dato vita alla comunità di Stintino».
Inoltre, durante la serata, Maria Margherita Satta e Giacomo Mameli hanno presentato il libro “Stintino nello sguardo etnografico di Enrica Delitala”, a cura di Esmeralda Ughi e Salvatore Rubino (“Edes”, Sassari 2015). Gli autori ripropongono un interessante lavoro di ricerca sulla comunità di pescatori di Stintino, che l'antropologa ebbe occasione di presentare negli Anni Ottanta, ad un convegno internazionale. A questo, si aggiunge “Stintino”, il volume di Alessandro Ponzeletti inserito nella collana "Tutti i comuni della Sardegna", curata da Salvatore Tola ed edito da Carlo Delfino a Sassari, nel 2014. A presentarlo è stato Pasquale Porcu.
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