Dopo l'ultimo episodio di intimidazione ai danni dei titolari di un pub in città cresce lo sconcerto, ma anche l'indignazione e la paura in città. Si indaga ma senza una pista chiara tra la vita privata e professionale
ALGHERO - All'indomani dell'attentato incendiario ai danni dei titolari di un noto pub di Alghero, la città si è svegliata tra lo sconcerto, l'indignazione e la paura. Sono stati tantissimi i messaggi di solidarietà per le vittime, Giovanni e Alessandro Mura, che negli anni hanno trasformato un bar in uno dei locali più frequentati della Riviera del corallo durante tutto l'anno [
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Ma ancora non è chiaro nelle indagini dei carabinieri se i sospetti devono concentrarsi sulla parte professionale delle loro vite, o su un filone più privato. Per ora di certo c'è solo che nella notte di martedì qualcuno ha bruciato completamente due auto di loro proprietà, parcheggiate sotto le rispettive abitazioni. Un gesto inequivocabile di intimidazione, lo stesso - seppure con diverse modalità - indirizzato all'altro imprenditore algherese colpito nei giorni scorsi: Giuseppe Cugusi titolare di un'agenzia funebre. In questo caso gli autori hanno scelto una testa d'asino appesa al cancello dell'attività, un macabro avvertimento dallo stile "mafioso" [
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Si cercano indizi, particolari, collegamenti per trovare una pista, ma sarebbero le stesse vittime finora a non aver avanzato dubbi rispetto a persone o episodi. Nei mesi scorsi era successo contro due finanzieri [
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LEGGI]. Di diversa matrice, ma comunque all'attenzione dei militari nell'ultima settimana, l'aggressione avvenuta lunedì notte in piazza dei Mercati. Si stanno ancora visionando dei video, dopo aver ascoltato dei testimoni, per riuscire ad individuare l'uomo che ha colpito il 20enne con una bottiglia in testa, ma che secondo alcuni avrebbe anche tirato fuori una pistola, in uno stato confusionale quasi certamente provocato da alcool e droga. E tutto questo succede nel cuore di una città che è ancora priva di un sistema di video sorveglianza.