Mariangela Pala
13 ottobre 2015
Razzi Vega, nel piano da 230 milioni anche Porto Torres
Circa 230 milioni di euro destinati alle sperimentazioni su motori di razzi Vega nell’area di Porto Torres, per l’aeroporto di Tortolì, e per quello di Fenosu a Oristano

PORTO TORRES - Circa 230 milioni di euro destinati alle sperimentazioni su motori di razzi Vega nell’area di Porto Torres, per l’aeroporto di Tortolì, chiuso ormai da quattro anni, e per quello di Fenosu, a Oristano. A rilanciare la sfida è di nuovo il presidente Giacomo Cao che ha illustrato i piani del Dass, Distretto aerospaziale della Sardegna, «I progetti sono cruciali per la crescita e lo sviluppo del settore aerospazio anche in Sardegna, con evidenti ricadute in chiave occupazionale. E non hanno alcuna relazione con scenari di guerra neppure simulata. Sono completamente rispettosi di tutti i limiti imposti dalle leggi in materia ambientale», assicura il presidente del distretto.
«I progetti – prosegue Cao – riguardano protezione civile e ambientale con l'ausilio di informazioni satellitari; l'esplorazione umana e robotica dello spazio, con tecnologie da impiegare anche sulla Terra; materiali e tecnologie per l'astronomia e l'aerospazio, fra cui una piattaforma di test per motori a propellenti liquido e solido; e la sorveglianza, il tracciamento e la predizione delle rotte di satelliti e detriti orbitanti intorno alla Terra».
Il sindaco di Porto Torres in occasione di una recente seduta del Consiglio comunale aveva affermato di conoscere il progetto Vega. «I rappresentanti di Avio sono venuti in Comune a prospettarci l’idea senza un progetto definitivo – aveva dichiarato il sindaco . In realtà sono venuti il giorno dopo essere stati dal Presidente della Regione. Subito dopo l’incontro con noi, poi, sono andati a parlare con Syndial per vedere se era possibile trovare un’area adatta nella zona industriale». Un’area di circa 38 ettari nel sito di Porto Torres come possibile sede del progetto pilota del lancio del razzo vettore costruito nello stabilimento di Colleferro.
«Loro mi hanno esposto il progetto come particolarmente innovativo, all’avanguardia e di livello mondiale, - aveva aggiunto Wheeler - e io l’ho ritenuto tale». Sugli effetti ambientali aveva concluso «Dal punto di vista dell’impatto ambientale le emissioni e i componenti dei gas di scarico di questi reattori rimangono nell’ambito dei 300 metri dal punto di accensione». Il progetto vede il Dass impegnato con numerosi soci: fra questi figurano il Cnr, Cr4, Ina-Istituto nazionale di astrofisica, Sardegna Ricerche, Università di Cagliari e Sassari, Aermatica spa, Avio, Intecs, Karalis, Nemea Sistemi, Nurjana Technologies, Opto Materials, Poema, Space, Vitrociset, Centro italiano ricerche aerospaziali, Centro di sviluppo materiali, Geodesia tecnologie srl e Innovative Materials.
Il Presidente Cao ha inoltre dichiarato la disponibilità del Dass e dei suoi soci a partecipare a specifici incontri pubblici per illustrare i progetti predisposti nei territori individuati come idonei per accoglierli. Intanto cresce la polemica nelle facoltà cittadine di Cagliari dove in alcuni volantini appare il testo “Cao presidente del distretto aerospaziale sardo (Dass) con il quale vorrebbe riprendere le sperimentazioni dei razzi vega e ariane, questa volta non più a Quirra bensì a Porto Torres, a finire lo scempio di inquinamento lasciato a metà dall’industria pesante”.
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