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Alguer.itnotizienuoroOpinioniRegioneLa riforma combatta lo spopolamento
Emilio Usula 2 novembre 2015
L'opinione di Emilio Usula
La riforma combatta lo spopolamento
<i>La riforma combatta lo spopolamento</i>

Sin dall'avvio del dibattito sulla legge di riordino degli enti locali, il Partito Rossomori, e anche io personalmente, in qualità di Consigliere Regionale di Nuoro, abbiamo espresso una decisa posizione in merito. Il dibattito-polemica sul tema, quante e quali città metropolitane e ai margini, anche accenni mai del tutto esplicitati, sulla cosiddetta provincia tirrenica, non ci entusiasma troppo. In primo luogo ribadiamo quanto già dichiarato, ossia che non ci piace il clima dualista che sta emergendo tra Cagliari e Sassari. Una polemica e un duopolio che marginalizza ancora una volta il Nuorese e tiene in scarsissima se non nulla, considerazione le zone interne e le aree rurali di cui di fatto, storicamente e culturalmente, Nuoro e’ città capofila e rappresentante istituzionalmente riconosciuta.

Si parli seriamente di contenuti della riforma e degli obiettivi che questa come ogni riforma si deve porre per migliorare le condizioni di vita e soddisfare le aspettative dei Cittadini. Non ci appassiona e non vogliamo partecipare a uno scontro formale e piuttosto sterile sulle definizioni, e sul nome da dare o targhe da apporre ai vari “contenitori”. A noi interessa che una Riforma di riordino degli Enti locali stabilisca in primo luogo e con chiarezza una equa ripartizione delle risorse e una chiara definizione di poteri e di prerogative che gli enti locali devono avere mantenere e semmai allargare. Ribadiamo la necessità di una vera perequazione tra territori che tenga conto e sia in grado di sanare le sperequazioni attuali da cui derivano differenti opportunità di sviluppo troppo spesso squilibrate e inique.

Sono queste differenze che vanno sanate se davvero si vuole aggredire la grande criticità dell’abbandono e dello spopolamento delle zone interne. Quel che si chiede (e che Rossomori ha chiesto sin dalla manovra di bilancio 2015) è un riconoscimento nei fatti, cioè nella destinazione di quali e quante risorse verranno distribuite ai vari territori. Noi pretendiamo che nell'attribuzione delle risorse pubbliche si tenga conto del gap infrastrutturale, di presenza e facilità di accesso ai servizi, viabilità, e altre condizioni di forte squilibrio che esistono tra zone interne e aree rurali e le altre realtà del territorio sardo. Sono queste condizioni, le chiare e innegabili cause determinanti la ormai intollerabile difficoltà a fare impresa e a creare lavoro e sviluppo nel nostro territorio e più in generale del Nuorese.

Noi crediamo che l’assenza o la distanza da porti e aeroporti, siano condizioni di freno allo sviluppo e come tali da considerare in previsione di destinazione di risorse atte a ristabilire condizioni riequilibrio e di pari opportunità. Al contrario, in certe argomentazioni e anche in certe interpretazioni del testo di riforma, la presenza di queste grandi infrastrutture vengono valutate solo come attributi validi per creare e giustificare ulteriori spazi e garanzie di vantaggio. E’ fuorviante lo scontro finalizzato al riconoscimento di prerogative e privilegi da dividere tra Cagliari e Sassari e in cui con la stessa visione egoistica cerca di inserirsi anche Olbia. Quello di cui si sente davvero una inderogabile necessità è una vera riforma che ponga nella sua giusta dimensione e importanza, ruolo e prerogative dei Comuni e un serio decentramento di poteri e funzioni di enti e agenzie regionali . Un decentramento vero e non di forma, in linea e nel rispetto degli obiettivi che hanno portato questa maggioranza al governo della Sardegna.

*Consigliere Regionale Rossomori



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