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Mariangela Pala 13 dicembre 2015
Porto Torres: acqua sporca, esposto contro Abbanoa
I fortissimi disagi subiti dalla popolazione hanno spinto il sindaco a recarsi presso la caserma dei Carabinieri di Porto Torres, dove ha presentato denuncia nei confronti di Abbanoa
Porto Torres: acqua sporca, esposto contro Abbanoa

PORTO TORRES - Nei giorni scorsi i residenti dei vari quartieri della città hanno lamentato una strana colorazione dell’acqua “bussando” alla porta dell’amministrazione comunale, continuamente sollecitata dalla cittadinanza per dare una soluzione tempestiva al problema che perdura da troppo tempo e riportare la situazione alla normalità. Acqua gialla, marrone, nera e maleodorante, l’acqua si presentava così in diverse abitazioni: un’evidente situazione di emergenza che rendeva impossibile l’utilizzo dell’acqua del rubinetto per bere e cucinare, oltre che per lavarsi.

I fortissimi disagi subiti dalla popolazione hanno quindi spinto il sindaco Sean Wheeler a recarsi presso la caserma dei Carabinieri di Porto Torres, dove ha presentato denuncia nei confronti di Abbanoa. Nell’esposto il primo cittadino ha chiesto all’autorità giudiziaria di verificare «se l’acqua è compatibile per il consumo umano» e, con il supporto degli enti competenti, di verificare «la salubrità in diversi punti della rete, a cominciare dal potabilizzatore di Truncu Reale».«Quello che è accaduto nei giorni scorsi è molto grave. Abbiamo ricevuto numerose segnalazioni dai cittadini, chiedendo informazioni al gestore della rete. Le spiegazioni di Abbanoa non sono state per nulla esaustive», sottolinea il sindaco Sean Wheeler, che oggi si è rivolto all’autorità giudiziaria.

«L’acqua è usata da tutti, adulti e bambini, per l’igiene personale e per la preparazione del cibo, e dai titolari di bar e ristoranti per la preparazione di bevande e alimenti. Dobbiamo essere messi tempestivamente nelle condizioni di sapere se può essere utilizzata senza rischi per la salute delle persone». Nelle scorse settimane le sollecitazioni erano state rivolte anche all’Egas, l’ente di governo dell’ambito della Sardegna. In quel caso il tema centrale era la rimodulazione delle tariffe per i comuni dove l’acqua spesso non è potabile.

«Già nei precedenti incontri con l’ente avevamo formalizzato questa richiesta, perché i cittadini non possono pagare per potabile l’acqua che spesso non è tale. Quest’anno, per circa centotrenta giorni non è stata utilizzabile. Pretendiamo un ritocco verso il basso delle tariffe. L’impegno verbale è stato preso, ma ora l’Egas deve tramutarlo in un impegno formale, così come deve assolutamente essere formalizzato un altro punto della Carta dei Servizi, quello che riguarda l’erogazione di una quota minima di acqua, indispensabile per la vita di ogni persona. Non si possono ignorare né le difficoltà economiche di tante famiglie né il diritto a ricevere un bene riconosciuto come universale e fondamentale anche da una risoluzione dell’Onu del 28 luglio 2010. Il diritto all’acqua – conclude il sindaco – è fondamentale per la dignità della persona e per tutti gli altri diritti umani».

La criticità dell’acqua che esce dai rubinetti ma non può essere utilizzata a scopi alimentari, viene spesso giustificata con la presenza di una rete idrica obsoleta, la quale con la maggiore pressione crea nelle tubature la posa dei sedimenti che viene smossa e fuoriesce per almeno quattro/cinque giorni finché con lo scorrere dell’acqua non si ripuliscono. Una scusante non sempre condivisa da chi sostiene che il problema dipende dal sistema di potabilizzazione di Truncu Reale.



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