Mariangela Pala
26 marzo 2016
Porto Torres: «campi rom una realtà tutta italiana»
Una proposta di legge per riconoscere il popolo rom come minoranza etnico-linguistica storica. Lo chiede il giovane attivista rom, Fiore Manzo in occasione dell’incontro tenutosi presso la libreria Koinè di Porto Torres

PORTO TORRES - Una proposta di legge per riconoscere il popolo rom come minoranza etnico-linguistica storica. Lo chiede il giovane attivista rom, Fiore Manzo, residente a Cosenza, in occasione dell’incontro tenutosi presso la libreria Koinè di Porto Torres, per la presentazione del libro ““Uguali, diversi, normali” frutto di una ricerca svolta dall'antropologa Martina Giuffrè, docente di Antropologia Culturale al Dipartimento di Storia, Scienze dell'Uomo e della Formazione dell'Università degli Studi di Sassari, insieme a giovani attivisti rom, tra cui Marinela Constantin da Bologna.
Un’iniziativa portata avanti dall'Asce rom che prosegue la sua campagna di valorizzazione e conoscenza della cultura rom contro stereotipi e pregiudizi diffusi. «I campi rom sono frutto di un’invenzione tutta italiana nati da una legge regionale intorno agli anni ’70 che utilizzava in maniera errata la parola nomade», ha spiegato Manzo. Il nomadismo del popolo rom è legato esclusivamente ai mestieri, essendo stati gran parte di loro commercianti di cavalli, attività che li costringeva a partecipare alle varie fiere. La comunità rom è, infatti,per cultura fondamentalmente stanziale, lo confermano molti studi che parlano di «processi di ziganizzazione, che fanno diventare zingaro chi non lo è, seguendo solo degli stereotipi, costringendoli a vivere nei campi rom senza nessun altra possibilità», ha sottolineato l’antropologa Giuffrè.
Il volume raccoglie saggi e testimonianze su stereotipi, rappresentazioni e contro-narrative del mondo rom in Italia, Spagna e Romania. Sono infatti contenute testimonianze di giovani rom che in Serbia vivevano in abitazioni civili e che arrivati in Italia sono stati avviati ad attività di apprendimento per diventare “zingari”, chiedere l’elemosina, ed abitare nei campi sosta. «Fino a che non si faranno delle vere e proprie politiche di inclusione sociale, lavorativa e abitativa soprattutto a livello europeo i rom saranno sempre discriminati», ha aggiunto l’attivista Marinela Constantin. Durante l’incontro Fiore Manzo ha presentato, inoltre, la sua raccolta di poesie “Pezzi di cielo congiunto”, insieme ad Irene Baule, vicepresidente dell’Asce rom.
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