Francesco Sanninu
1 aprile 2016
Vigneti all’Asinara: idea per un pesce d’aprile
Si è avuta conoscenza che all’Asinara in località Trabuccatu si sono piantate dei vigneti in fase sperimentale e già l’anno scorso si è avuta la prima produzione di vino, poco per ora, circa 200 litri

PORTO TORRES - Si è avuta conoscenza che all’Asinara in località Trabuccatu si sono piantate dei vigneti in fase sperimentale e già l’anno scorso si è avuta la prima produzione di vino, poco per ora, circa 200 litri. Questo ha permesso di proseguire l’esperimento con entusiasmo per poi portare la produzione a valori commerciali. L’equipe che sta lavorando in questo progetto ha tenuto tutto segreto perché sembrerebbe che sia qualcosa di rivoluzionario nella storia della viticultura.
Però qualcosa è trapelata. L’esperimento consiste che le pergole piantate non fanno l’uva a grappoli ma ad acini singoli, ogni acino può dare dai 7/8 litri di vino di ottima qualità a una gradazione di 14 gradi volumetrici e la cosa più sbalorditiva è che l’acino non viene staccato dalla pianta per poi essere pigiato al torchio messo nei tini e a seguire la normale fermentazione fino ad essere vino pronto per essere bevuto, nulla di tutto questo. Quando l’acino ha raggiunto la sua maturazione, un esperto fora l’acino con una “top machine” come si fa nelle tubazioni in flusso continuo, dopo il foro si inserisce un rubinetto tipo idraulico, si regola il flusso del succo dall’acino in una damigiana, e il vino è pronto per essere consumato.
Fra le poche notizie trapelate, si è venuto a sapere anche che il terreno dove sono state piantate le viti speciali è stato preparato in questo modo: si è scavato tipo trincea il terreno, un metro in profondità e largo un metro per una lunghezza di circa 50 metri, all’interno dello scavo si è messo un manto di cardi e argilla speciale presa non è dato a sapere dove, invece i cardi sono quelli piantati da Matrìca per la chimica verde, infatti al progetto stanno partecipando anche i tecnici dell’Eni i quali hanno messo a disposizione il laboratorio del centro ricerche di Porto Torres per analisi ed esperimenti, riempito poi lo scavo con lo stesso terreno (che analizzato ha portato a conoscenza alcuni elementi unici che contribuiscono alla enorme crescita dell’acino), mischiato con concime anch’esso segreto e alla fine piantate le viti.
Tutto è stato fatto in una zona Trabuccatu che era una zona adibita a vigneti nel periodo del carcere molto soleggiata e riparata dai venti, dove il terreno in estate raggiunge temperature considerevoli che riscaldano l’argilla e i cardi, questo calore crea una scomposizione biologica dei cardi i quali danno nutrimento alla vite, questo processo fa si che il pericarpo (la buccia) dell’acino abbia un certo spessore. Quando l’acino ha raggiunto la sua maturazione, interviene il tecnico per forare e riempire le damigiane di vino. Il vino è stato già messo in vendita in una enoteca prossima all’apertura a Cala D’Oliva, il costo è di 20 euro la bottiglia da 0,75 litri. Ovviamente il racconto e frutto della fantasia per un innocente pesce d'aprile.
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