S.A.
9:02
«Stop alle sagre a caso, ad Alghero serve una visione»
E´ il responsabile regionale del Dipartimento Turismo di Fratelli d’Italia Marco Di Gangi a rilanciare il tema offrendo qualche dato reale ma anche alcune proposte

ALGHERO - «In questi giorni ha suscitato grande attenzione – e non poca amarezza – il post diffuso da un’operatrice del settore che, con toni appassionati e duri, ha descritto la serata vissuta nel centro storico e sul lungomare di Alghero come il “funerale di una città”. Parole forti, che meritano rispetto perché nascono da un evidente amore per la città e da una delusione sincera. Ma proprio per questo non possono essere liquidate come semplice sfogo, né accolte in modo passivo». E' il responsabile regionale del Dipartimento Turismo di Fratelli d’Italia Marco Di Gangi a rilancia il tema «offrendo qualche dato reale, ma anche alcune proposte concrete». «I dati parlano di un turismo in crescita, ma più fragile. Secondo i dati più recenti diffusi dalla Regione Sardegna e dagli osservatori territoriali, Alghero continua a rappresentare la principale destinazione turistica dell’isola, con oltre 1,5 milioni di presenze nel 2024 I dati di Alghero contribuiscono al record turistico della Sardegna nel 2024, con un aumento del 15% degli arrivi e delle presenze a livello regionale. Non disponendo di dati aggiornati al 2025 non si possono fare letture attendibili per l’anno in corso. Eppure, accanto a questi numeri, si registra una crescente sofferenza degli operatori e una diffusa insoddisfazione tra i residenti. Perché?» si chiede Di Gangi.
Secondo l'esponente di Fratelli d'Italia «crescere nei numeri non basta, se non si cresce anche nella qualità dell’esperienza, nella coerenza dell’offerta e nella cura dei dettagli. È questa la contraddizione che la città vive ogni giorno: una località che aspira al turismo esperienziale e di pregio, ma che talvolta si presenta in modo disordinato, confuso, incoerente con le proprie ambizioni. Il vero nodo è l’assenza di una visione strategica. Quello che è mancato – e che manca tuttora – è una strategia turistica integrata, capace di valorizzare l’identità locale senza scadere nel folklore grossolano; differenziare le zone e le proposte, rispettando il ruolo di ciascuna parte della città; elevare la qualità percepita attraverso regole certe, controlli efficaci e una regia culturale delle iniziative». «Le sagre, gli eventi popolari e le proposte accessibili hanno un ruolo, ma non possono occupare ogni spazio, ogni giorno, senza un disegno. Non è questione di snobismo, ma di equilibrio e decoro. Non è il “turismo di massa” il problema: lo è la gestione casuale del turismo» incalza Di Gangi che propone un inversione di rotta.
A partire da una zonizzazione funzionale della città turistica, con il centro storico riservato a eventi culturali, musica da camera, artigianato, ristorazione di qualità e il Lido e le aree periferiche destinate agli eventi più popolari, ma con regole chiare e rispetto per ambiente e decoro. E poi ancora un regolamento unico per le manifestazioni estive e un bando pubblico annuale, con criteri di qualità, sostenibilità e coerenza con l’identità locale, la creazione di un Osservatorio Locale sul Turismo e attivazione del Tavolo per il Turismo, una cabina di regia partecipata da operatori, residenti, enti pubblici, per analizzare i flussi, monitorare gli impatti e costruire una visione condivisa, una “Carta dell’Ospitalità” che premi chi innalza gli standard, disincentivando improvvisazione e pressapochismo. Infine, Di Gangi chiede investimenti in infrastrutture e servizi pubblici essenziali, su parcheggi, servizi igienici pubblici, viabilità, aree pedonali, mobilità dolce, fino al miglioramento del decoro urbano e della manutenzione degli spazi pubblici. «Una città bella non è solo quella fotografabile, ma quella che funziona: pulita, accessibile, ordinata e accogliente. Alghero ha un futuro, ma va costruito insieme La città ha le risorse, la bellezza, la storia e la centralità nei flussi internazionali. Ma non può più vivere di rendita, né sopravvivere nella logica del “basta che funzioni”. La vera sfida oggi non è opporre élite e popolo, lusso e sagra, ma scegliere finalmente una strada chiara, dignitosa e duratura e farlo» conclude.
Nella foto: Marco Di Gangi
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