S.A.
21 aprile 2016
«Palazzo congressi diventi un centro o si abbatta»
Uno spreco monumentale di soldi pubblici, almeno quanto l´imponente edificio fronte mare di cui si parla: la proposta dell´ex sindaco Carlo Sechi per il movimento politico Sardenya y Llibertat

ALGHERO - «Sono lontani i tempi in cui fu pensato, progettato e realizzato il Palazzo dei Congressi di Alghero, fortunatamente solo per la metà del progetto iniziale. Tempi in cui una Regione opulenta finanziava di tutto, senza badare ai costi immediati e futuri, nella prospettiva di attrarre nuovi flussi turistici, come appunto quello congressuale che in quel periodo sembrava in grande espansione». Così inizia la nota del movimento politico di sinistra Sardenya y Llibertat guidato dall'ex sindaco Carlo Sechi sulla struttura realizzata a Maria Pia e mai inaugurata.
Uno spreco monumentale di soldi pubblici, almeno quanto l'imponente edificio fronte mare di cui si parla. «Allora, non ci si preoccupò di valutare realisticamente quante sarebbero state le giornate di utilizzazione della struttura nell’arco dell’anno, unico indicatore attendibile per poter ipotizzare l’economicità gestionale dell’opera, la quale difficilmente avrebbe potuto sopravvivere autonomamente, specie nel contesto economico e sociale del territorio. Ma, come si usava in quelle circostanze, un ente gestore appositamente istituito avrebbe facilmente reperito i fondi attraverso contributi pubblici e ricapitalizzazioni per far fronte ad eventuali perdite, o magari con la gestione diretta da parte dell’Azienda di soggiorno e turismo, ma anche per garantire qualche posto in più di sottogoverno» scrive Sechi rievocando i passaggi iniziali.
Un progetto sin dal principio fallimentare secondo il movimento poichè da una parte «non si fece memoria per ricordare che tutti i congressi che si svolgevano ad Alghero godevano del contributo pubblico che si concretizzava sotto forma di disponibilità gratuita della sala, di transfer, di manifestazioni, di escursioni etc., che costituivano pur sempre un apprezzabile incentivo»; dall'altra «non fu obiettivamente possibile prevedere la velocità con cui avanzavano le innovazioni tecnologiche nel settore dell’informatica applicata alle telecomunicazioni, tale da ridurre sensibilmente la funzione del “congresso” tradizionale».
Detto questo «rimane l’interrogativo di cosa farne. In tanti si sono esercitati e continuano ad esercitarsi nelle più svariate ipotesi sulla destinazione d’uso alternativo del palazzo dei congressi, di fatto riconoscendone l’inutilizzabilità per la sua funzione originaria». Secondo Sechi e compagni una possibilità da valutare è «riconvertire la struttura in centro polifunzionale museale-espositivo da inserire nel contesto ambientale di Cuguttu-Maria Pia, laguna del Calich e sistema delle aree protette, - previsione peraltro contenuta nel programma elettorale del sindaco Bruno -, da aggiungere alla sua originaria funzione congressuale, supportata dalla ineludibile sostenibilità della gestione economica». «Diversamente - aggiungono - a dimostrazione del fallimento del progetto, non rimarrebbe che la decisione ultima e dolorosa dell’abbattimento, il ripristino dei luoghi e la riconsegna dell’area al Comune».
Sul nodo dell'edificazione propongono un'altra soluzione: «i posti letto invocati per Maria Pia da alcuni settori economici e politici algheresi potrebbero invece essere realizzati riconvertendo alcune strutture pubbliche presenti nella parte sud dell’area stessa». Tutto questo rientra in un disegno più ampio in cui Sardenia y Llibertat propone che «per l’intera area di Cuguttu-Maria Pia, da sempre pubblica e area d’insediamento di bonifica nel territorio algherese fin dalla metà dell’Ottocento, mediante il Piano Urbanistico Comunale venga definitivamente determinata l’intangibilità edificatoria quale risarcimento dovuto alla città, con la creazione di un grande parco urbano destinato al tempo libero, alla cultura, alla pratica di attività sportive e alla balneazione che costituirebbe per la città, insieme alle sue già note peculiarità, una ulteriore occasione di attrazione e di sviluppo».
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