E´ la prima risposta del gruppo consiliare "Per Alghero" al contro-piano presentato da Forza Italia sulle partecipate, dopo quello annunciato dalla Giunta Bruno
ALGHERO - «Stupore e un briciolo di vergogna. Sono le uniche sensazioni provocate dall'ennesima dimostrazione d'incapacità ad ammettere i propri fallimenti di Forza Italia, del suo portavoce e di chi da assessore ha partecipato a mal costruire società pubbliche non in grado di assicurare i dovuti servizi e soprattutto reggere sul mercato». E' la prima risposta del gruppo consiliare "Per Alghero" al piano presentato da Forza Italia sulle partecipate [
LEGGI], dopo quello annunciato dalla Giunta Bruno [
LEGGI].
«Un grave danno a cui l'amministrazione comunale tenta di porre rimedio con un complessivo, organico e strutturato piano di razionalizzazione delle partecipate comunali, nell'esclusivo interesse di migliorare l'efficacia della riscossione, salvaguardare tutti i posti di lavoro e aumentare i servizi agli algheresi» proseguono. A partire dalla Secal che definiscono «una delle creature del lungimirante Pais ma dal 2007 ha accumulato crediti milionari senza garantire la riscossione e gravando pesantemente sulla stabilità delle finanze comunali, tanto da meritarsi più di un cartellino rosso da revisori e Corte dei conti». E poi In house «in salsa algherese, finanziata dalla Regione per stabilizzare ex Lsu ma costruita da Forza Italia in modo da lasciare gli stessi lavoratori nella totale incertezza senza i trasferimenti regionali».
Piccone, Boglioli, Millanta, Nonne e Sartore preferiscono «stendere un velo pietoso» sulla Fondazione Meta: «E' in corso una complessiva riorganizzazione con l'obbiettivo di renderla competitiva e funzionale alle esigenze della città in un quadro di servizi allargati, tutti rivolti alla valorizzazione culturale, ambientale e turistica. Dopo svariati anni dalla nascita è finalmente in pubblicazione il bando per dotarla di un direttore che con competenza e trasparenza possa garantire professionalità nel portare avanti l'indirizzo autonomo del Consiglio d'amministrazione. Questo la dice lunga sulla confusione dell'ex Delogu, un giorno presidente, l'altro direttore, oggi professore delle cause perse. L'ha già dimostrato».
Nella foto: Giusy Piccone