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M.S. 19 febbraio 2007
Caso Nuvoli, «la legge consente l’interruzione della terapia»
Walter Tore, segretario cittadino dello Sdi, richiama al rispetto della legislazione vigente e attacca la Chiesa: «Tendenza sempre più forte a trasformare uno Stato laico in uno Stato ideologico e integralista»
Caso Nuvoli, «la legge consente l’interruzione della terapia»

ALGHERO – La legge parla chiaro: non c’è da aspettare l’attività legislativa per acconsentire all’interruzione della terapia di Giovanni Nuvoli. È questa la denuncia di Walter Tore, segretario cittadino dello Sdi, che richiama al rispetto della legge già esistente che prevede il diritto, per Giovanni, di farsi staccare il respiratore artificiale. «Noi riteniamo che il diritto primo del cittadino sia quello di decidere sulla propria vita e quindi sulla propria morte, che della vita è parte imprescindibile – spiega Tore – Questo diritto fondamentale è tutelato dalla nostra Costituzione agli articoli 13 sull’inviolabilità della libertà personale e all’articolo 32 comma 2 che recita: "Nessuno può essere obbligato ad un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana."». Secondo l’esponente dello Sdi anche la legge ordinaria e la deontologia medica confermano la libertà all’individuo di decidere circa i trattamenti sanitari cui sottoporsi: «La Legge n.1 del 23-12-78 esclude accertamenti sanitari contro la volontà dell’interessato – prosegue Tore – Il Codice deontologico dei medici all’articolo 35 comma 4 recita: “In ogni caso, in presenza di documentato rifiuto di persona capace, il medico deve desistere dai conseguenti atti diagnostici e/o curativi, non essendo consentito alcun trattamento medico contro la volontà della persona”». Per Walter Tore nessuno può imporre al cittadino cure o indagini mediche che egli rifiuti: «Il medico o lo Stato non possono neppure imporre che quelle cure, una volta iniziate, debbano continuare fino alla morte – prosegue Tore – contro la volontà di chi le subisce. Non si capisce quindi perché un cittadino come Giovanni Nuvoli, o come altri come lui, abbiano il diritto di rifiutare l’inserimento di un respiratore automatico e non quello di farselo togliere una volta inserito». Il segretario dello Sdi denuncia il mancato rispetto della libertà di Giovanni Nuvoli come l’ennesima ingerenza cattolica nella vita di uno Stato laico quale l’Italia dice di essere: «Il caso di Giovanni Nuvoli, come quello di Piero Welby, sono casi profondamente politici, di negata giustizia, di negati diritti – dchiara Tore – segnali gravissimi della tendenza sempre più forte ed evidente a trasformare uno Stato laico, nel quale un cittadino può decidere liberamente su sé stesso senza imporre nulla agli altri – prosegue – in uno Stato ideologico e integralista, nel quale alcuni hanno la verità e gli altri la debbono subire per legge». Tore denuncia infine il comportamento atipico delle istituzioni, che a suo dire continuano a negare quanto la legge già prevede, e che fanno sì che «queste tragiche situazioni vengano risolte da quei pochissimi medici che come il dottor Mario Riccio nel caso Welby rispettano la volontà dei malati costretti a vivere in condizioni estreme».
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