Antonio Sini
11 luglio 2016
Nanni Boi orgoglioso del Premio Vanni Sanna
A Nanni Boi, giornalista sportivo, il Gran Prix Corallo città di Alghero ha assegnato il Premio Vanni Sanna. Un riconoscimento assegnato con molta accortezza a un giornalista che allo sport ha dedicato una vita

ALGHERO - A Nanni Boi, giornalista sportivo, il Gran Prix Corallo città di Alghero ha assegnato il Premio Vanni Sanna. Un riconoscimento assegnato con molta accortezza a un giornalista che allo sport ha dedicato una vita, che con il calcio ha un rapporto d’amore viscerale. Nanni Boi è l’esempio raro di un giornalista che non si ferma all’esame epidermico dell’evento, del personaggio, dell’atleta, spesso le sue storie sono il risultato di una profonda conoscenza degli uomini.
"Maniaco" dei numeri e delle statistiche, traccia profili e storie dei giocatori sardi che hanno calcato i campi del professionismo nazionale, che meritano lettura da parte di molti giovani che devono conoscere la storia del calcio sardo. La sua ultima fatica “Storie di pallone in Sardegna”, contiene storie, partite e calciatori, raccontati con rara lucidità e dovizie di particolari, tipiche di chi conosce profondamente un mondo che è tutto da scoprire. Tra le pagine del libro di Nanni Boi si ritrovano le gesta di gran campioni, e di sconosciuti che hanno calcato i campi della Sardegna, taluni apparsi velocemente e scomparsi, altri che sono riusciti a realizzare il grande sogno di approdare alla Serie A.
Sabato sera, sul palco del Grand Prix Corallo, dopo aver ritirato il Premio, consegnatogli dalla moglie di Vanni Sanna, Bebella Farris, ha proposto degli aneddoti ai presenti sulla figura di Vanni Sanna, che ci hanno fatto sussultare sulla sedia, accennati peraltro sul suo blog. Ebbe a dire di lui Giovan Battista Moschino, che lo ebbe come compagno di squadra nel Novara: «Rimane per me un mistero come un giocatore che dava del tu al pallone del valore di Vanni Sanna non abbia mai giocato non solo in serie A, ma addirittura in nazionale». Ed è un mistero che sovente accompagna i grandissimi talenti che purtroppo non hanno avuto opportunità nella vita di mostrare per intero il loro grande valore.
E che Vanni Sanna fosse un fenomeno di gran classe ad Alghero lo sapevano in molti, specie quei compagni di gioco più anziani che lo hanno visto all’opera nella piazzetta dell’Arcivescovado palleggiare persino con un pallone fatto di pezze di stoffa che mai gli sfuggiva al controllo. E continua Boi: «Vanni Sanna non fu solo un grande giocatore, la sua carriera sui campi di calcio continuò da maestro, da allenatore da scopritore di talenti di valore assoluto». Lui con forza volle alla Torres di Sassari Marco e Mario Piga, che con la maglia del Palau si sono imposti all’attenzione di squadre importanti, una su tutte il Torino. Lo stesso Gianfranco Zola approdò alla Torres, e con Vanni Sanna allenatore iniziò una carriera strepitosa.
«E come non ricordare le gesta di un altro algherese famoso nel calcio come Antonello Cuccureddu – ha chiosato Boi – strappando un caloroso applauso al pubblico presente nel parterre». E mentre Nanni Boi rinverdiva velocemente i ricordi, a noi veniva in mente Bruno Caneo, che partito da una squadra giovanile algherese è approdato al Thiesi, poi alla Roma stoppato nel ruolo di terzino dal grande Sebino Nela. Poi nel Parma, nel Genoa, Palermo, Pisa, una grande carriera. Prima ancora Giuseppe Canessa, il Beppe gol della Torres, un mancino dal tiro fulminante e dal dribbling ubriacante.
«Per questo e molto altro ancora mi riempie di orgoglio l’essere stato designato quale vincitore per il 2016 del premio giornalistico intitolato proprio al tecnico cui è stato dedicato lo stadio di Sassari – scrive Nanni Boi sul suo blog». E’ il segno che il Grand Prix ha centrato il personaggio giornalistico da premiare. Un giornalista cresciuto sui campi di calcio dove i difensori non erano esterni bassi ma terzini, dove i centrali di difesa si chiamavano stopper e libero, e la prima punta si chiamava centravanti. Uno che conosce bene il calcio moderno, ma che ama profondamente quello passato fatto di talenti, personalità ed estro, con meno muscoli da esibire, e tanta poesia da raccontare.
Nella foto: Nicola Nieddu, Nanni Boi, Bebella Farris e Claudio Lippi
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