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Cor 16:06
Gipeto e avvoltoio monaco: obiettivo reintroduzione
LIFE Safe for Vultures, i partner pianificano la reintroduzione di gipeto e avvoltoio monaco: «Sfruttiamo le condizioni favorevoli create attraverso le azioni condotte in favore del grifone»
Gipeto e avvoltoio monaco: obiettivo reintroduzione

ALGHERO - Individuare attraverso il piano di fattibilità per la reintroduzione del gipeto e dell’avvoltoio monaco, oltre ai siti di reintroduzione e le aree di insediamento, il potenziale areale di distribuzione delle due specie. Tenere sotto controllo le minacce già note, contro le quali si è già operato attraverso i progetti dedicati al ritorno del grifone nell’isola, e capire come affrontare quelle emergenti, a iniziare dagli impianti eolici. Operare per incrementare il favore delle popolazioni locali verso il ritorno degli avvoltoi in territori nei quali l’estinzione è dipesa anche dalla cattiva percezione e dalla mancata accettazione da parte dell’uomo. Iniziare, in quest’ottica, dal sempre più intenso e diffuso coinvolgimento degli allevatori, che nei processi di conservazione si sono rivelati preziosi alleati non solo perché presidiano il territorio palmo a palmo: la rete dei carnai aziendali si sta rivelando fondamentale per garantire il fabbisogno alimentare di una popolazione avifaunistica sempre più consistente, ma d’altro canto apre scenari di sviluppo delle aree interne dell’isola attraverso l’affermazione di un turismo lento e sostenibile.

Costruire un progetto strutturato in maniera da poter essere finanziato nel lungo periodo, così da permettere la sostenibilità economica e operativa del Piano decennale di conservazione delle quattro specie di avvoltoi autoctoni in Sardegna. Sono i “compiti per casa” che i partner di LIFE Safe for Vultures si sono dati a conclusione del meeting tecnico avuto nei giorni scorsi ad Alghero, finalizzato proprio a portare avanti con le istituzioni locali e regionali, con i competenti enti isolani e nazionali e con gli esperti internazionali l’agenda sulle cose da fare in funzione del ritorno di gipeto e avvoltoio monaco sui cieli sardi, dai quali mancano ormai da decenni. L’incontro di tre giorni è servito per un aggiornamento sullo studio di fattibilità al quale stanno lavorando i partner di LIFE Safe for Vultures: il Dipartimento di Medicina Veterinaria dell’Università di Sassari, l’Agenzia Forestas, il Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale della Regione Sardegna, E-Distribuzione e Vultures Conservation Foundation. Le attività in corso, le indagini condotte sul campo, le rilevazioni e le comparazioni fatte rispetto ad altri contesti in cui la reintroduzione sta avvenendo con successo, dalla Corsica ad altre aree d’Europa, sono state al centro di workshop, focus group e riflessioni plenarie, alle quali si sono avvicendate le visite ai siti che i tecnici del progetto hanno individuato come potenzialmente eleggibili per l’introduzione delle due specie.

Si tratta del Monte Minerva, a Villanova Monteleone, dove un cantiere boschivo di Forestas già ospita una voliera di ambientamento utilizzata per il grifone, e del Bosano, unico territorio in Italia in cui il grifone non si è mai estinto grazie a condizioni antropiche e morfologiche ritenute oggi, a maggior ragione, funzionali agli obiettivi di conservazione prefissati per il futuro prossimo.
«Attraverso LIFE Safe for Vultures abbiamo esteso al resto dell’isola i risultati già ottenuti per il grifone nel Nord Ovest Sardegna grazie a LIFE Under Griffon Wings», è la premessa da cui partono i partner per dire che «il lavoro fatto ha preparato il terreno per la reintroduzione degli altri avvoltoi storicamente presenti nell’isola, così ripristinando la comunità degli avvoltoi autoctoni in Sardegna». Mentre si ragiona su gipeto e avvoltoio monaco, da alcuni anni si osserva con soddisfazione che le azioni di mitigazione dei rischi cui è soggetto il grifone hanno favorito l’insediamento spontaneo del capovaccaio all’interno del Parco Regionale di Porto Conte. Come ampiamente testimoniato dal team di studiosi di LIFE Safe for Vultures, autori di un articolo pubblicato sulla rivista Ethology Ecology & Evolution, «la presenza della stazione di alimentazione gestita da Forestas e le altre azioni condotte rendono l’habitat attrattivo per questa specie a rischio».

In particolare la colonizzazione spontanea di una coppia di capovaccai era stata molto significativa, per i ricercatori, in considerazione della stanzialità della coppia, che ha dimostrato una certa sedentarietà tra le falesie di Capo Caccia. Lo studio di fattibilità sarà ora condiviso e discusso con il Parco Naturale Regionale della Corsica, per iniziare a pianificare un programma più ampio per salvare gli avvoltoi nelle due isole: i gipeti in Corsica sono l’ultima popolazione autoctona rimasta e la sua sostenibilità a lungo termine può essere garantita solo se c’è un flusso tra i diversi nuclei e le popolazioni ristabilite in questa regione. «Per non disperdere gli effetti positivi delle azioni realizzate sinora, occorre provare a riportare in Sardegna anche gipeto e avvoltoio monaco», dicono i partner, che lavorano al progetto da presentare alla comunità europea. «Ma serve lo sforzo di tutta l’isola, di tutte le istituzioni e di tutte le comunità, che vanno adeguatamente coinvolte, preparate e informate», è l’auspicio che arriva da Alghero.



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