A.B.
5 novembre 2016
Sciopero della fame al carcere Mamone
Nella casa di reclusione nuorese, i detenuti starebbero protestando per l´assenza di acqua calda

NUORO – Oggi (sabato), gli agenti di Polizia Penitenziaria in servizio nella casa di reclusione di Mamone hanno cercato di attenuare le forti lamentele dei reclusi (e questo accade da circa un mese). La protesta dei detenuti sarebbe iniziata nelle prime ore del mattino, quando si sono rifiutati di uscire al lavoro ed alcuni hanno iniziato lo sciopero della fame.
Pare che le rimostranze riguardino il non funzionamento della caldaia che serve per il riscaldamento e per l’acqua calda. I detenuti hanno sopportato con pazienza la risoluzione di questo disservizio, che a tutt’oggi non c’è stata ed il freddo inizia a farsi sentire. La Polizia Penitenziaria, che da circa un mese monitora la situazione, non è riuscita malgrado i vari tentativi, a non far partire la protesta. Pare che nelle motivazioni della lamentela si parli anche di mancate risposte da parte della Direzione in quanto non fornisce ai detenuti l’occorrente spettante loro o risposte alle innumerevoli richieste presentate.
La Polizia Penitenziaria, che lavora in prima linea, «cerca di porre rimedio, ma trova un muro di gomma da parte dell’amministrazione specialmente dall’Ufficio ragioneria che con i suoi ritardi pare stia provocando vari disservizi. Non è da escludere a quanto si sente da “radio carcere” che la protesta dei detenuti sia partita proprio a causa dell’Ufficio ragioneria, che ancora oggi non ha fornito materiale per l’igiene come detersivi per pavimenti, candeggina, buste per la spazzatura ed altro ancora».
«La Polizia Penitenziaria a Mamone ha fatto il possibile – dichiara il segretario generale aggiunto della Fns-Cisl Giovanni Villa - così come lo hanno fatto gli educatori nel far mantenere la calma ai reclusi. Purtroppo, la corda si è spezzata ed i detenuti hanno iniziato una protesta. Da tempo, scriviamo e denunciamo i disservizi che ci sono in questo istituto, ma pare che nessuno ci ascolti. Un carcere non può essere messo in difficoltà da alcune persone, mentre altre si impegnano al massimo per far sì che le cose vadano al meglio. La visita del capo del Dipartimento pare non abbia sortito nessun effetto, tanto che, invece di migliorare, la situazione man mano è peggiorata. Ci dispiace dirlo, anche se ancora in un cambiamento positivo, ma a circa un anno dall’insediamento del direttore, la dottoressa Milanesi, possiamo dire che l’amministrazione penitenziaria nella sua amministrazione generale della colonia ha totalmente fallito, finanche nella gestione del personale di polizia e civile. Oggi come oggi è indispensabile cambiare, in questi casi e con questi risultati meglio voltare pagina ed iniziare un nuovo capitolo con nuovi protagonisti, il direttore e il comandante hanno provato a gestire Mamone ma non ci sono riusciti», conclude Villa.
|